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#20: La forza del bene

maggio 21, 2013

Pensate alla vostra cerchia di amici o parenti: di sicuro conoscete qualcuno che fa del volontariato e qualche volta vi sarà sfuggito di chiedervi “Perché?”. A che pro spendere del tempo prezioso per aiutare chi è in difficoltà? Cosa ce ne viene in tasca dall’andare a far compagnia agli anziani nella casa di riposo, a far giocare i bambini di quella casa famiglia, ad aiutare a fare i compiti i bimbi dell’oratorio, a salvare le vita sull’ambulanza della Croce Rossa? Tutte queste cose sembrano solo un’immensa perdita di tempo. E invece…

Ecco una fantastica testimonianza di una ragazza che conosco bene, perché l’ho vista crescere. Si chiama Chiara, ha 20 anni, e ha scelto di fare un’esperienza che le ha cambiato la vita: qualche settimana come volontaria alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, meglio conosciuta come Cottolengo.

“Ho conosciuto questa realtà tramite mia mamma che, quando aveva più o meno la mia età, frequentava anche lei il Cottolengo e, ascoltando i suoi racconti, vedevo nei suoi occhi una luce di cui ero gelosa, volevo che di quella luce risplendessero anche i miei occhi; così mi sono decisa di partire una volta per tutte e fare questo tipo di esperienza che ti cambia letteralmente la vita. Si è soliti pensare al Cottolengo come ‘il posto dei mostri’ poiché tante, troppe persone sono a conoscenza di storie o detti popolari in cui si narra appunto che al Cottolengo ci andavano solo le persone con deformità talmente gravi da essere paragonate a veri mostri; io personalmente l’unica cosa che ho visto di deforme in loro era il cuore. Sì, hanno un cuore davvero molto diverso, pieno di Fede, amore, gioia, allegria, speranza e, nello stesso tempo, di tanta sofferenza; proprio quella sofferenza che insieme alla Fede e a quella di tutte le splendide suore cottolenghine li fa combattere ed affrontare le giornate che gli si presentano davanti.

Io ero nel Padiglione ‘Annunziata’, un reparto molto simile ad una Lungodegenza poiché gli ospiti che vengono mandati in questo padiglione arrivano in condizioni molto gravi e sono quasi tutti in fin di vita. La mia giornata si svolgeva in due momenti: la mattina distribuivo la colazione, sistemavo le camere e preparavo il pranzo; nel pomeriggio, invece, distribuivo la merenda e poi la cena.

L’esperienza più forte però l’ho vissuta nel momento della morte di un’ospite che fino a pochi giorni prima imboccavo quotidianamente. Ma nel mio cuore ho Franco, 64 anni, paraplegico. Comunicava con me tramite una piccola lavagnetta sulla quale c’erano scritte le lettere dell’alfabeto. La sua storia mi ha fatto molto riflettere: manager della Fiat, durante una cena di lavoro mangia un piccolo pezzo di pane, che gli va di traverso, provocando un ictus istantaneo e la conseguente paralisi completa di tutto il corpo e della voce, ma non del cuore.

Sono esperienze che ti cambiano, ti trapiantano un cuore nuovo nel vero senso della parola e le consiglio vivamente a tutti anche perché ti fanno capire i VERI problemi della vita”.

Foto da Photopin

Al di là dell’aspetto materiale, qui non si tratta di guadagnare in termini di soldi, ma c’è in palio un premio più importante: il ritrovar noi stessi, il dare un senso alla nostra vita. Spesso ci sentiamo piatti, vuoti, cerchiamo nuove esperienze per ritornare a provare emozioni e magari andiamo lontani migliaia di chilometri per farlo, quando invece basterebbe aprirsi, mettersi a disposizione del prossimo e condividere la nostra fortuna con chi ne ha molta di meno. Siamo talmente pieni di pregiudizi a volte, che ci precludiamo la possibilità di diventare persone nuove, più attente e sensibili verso i nostri e gli altrui bisogni.

Foto da Photopin

Abbandoniamo l’egoismo, mettiamoci a servizio del prossimo, tendiamo una mano a chi ha bisogno di noi: il bene è possibile solo se lo vogliamo fare veramente. Lasciamoci cambiare dalla forza del bene: per avere un cuore e occhi nuovi, e tornare di nuovo ad amare e vedere davvero.

aiutare altruismo bene Cottolengo cuore fare del bene handicap malattia volontariato
by Francesca Favotto | 9 comments
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9 Comments

  1. Chiara says:

    Grazie Francy! 🙂 un bacione e mi raccomando: fare del bene … Non c’è niente di più bello al mondo!

    12 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Mi trovi totalmente d’accordo con te. Grazie a te Chiaretta! Un abbraccione.

      12 anni ago · Rispondi
  2. rosi says:

    Grazie Fra per questo articolo, che rende pienamente l’idea del senso del volontariato e soprattutto del grande guadagno che si ottiene donando un poco del proprio tempo…un guadagno immenso che nessuna banca potrebbe contenere, semplicemente perchè è un dono che può colmare solo i cuori !!!!! ♥

    12 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Già, è proprio così. Fai del bene… e ne verrai arricchito. Un abbraccio.

      12 anni ago · Rispondi
  3. Rossella says:

    Mi sembra un contributo molto interessante! E’ molto bello tutto questo. Io per carattere non riuscirei a impegnarmi nel volontariato.
    Sono una persona molto timida e non riuscirei a portare un contributo che esula dall’aspetto materiale del fare.
    Allora ho paura di offendere la sensibilita’ di qualcuno, ci vuole spontaneita’. Pero’ questa spontaneita’ e’ alla portata di tutti e nel quotidiano c’e’ sempre l’occasione per poter condividere le nostre speranze e per aiutare chi aspetta una persona per parlare del tempo, del governo, dei figli e della vita. Penso al supermercato o alle mille sale d’aspetto che attraversano la nostra esistenza.
    E’ un mio parere.
    Un saluto

    12 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Tutti possiamo fare del bene, nel nostro piccolo e con costanza. Non importa raccontarlo o sbandierarlo, l’importante è farlo, sempre. Grazie Rossella. Un abbraccio a te!

      12 anni ago · Rispondi
  4. Laura ECOhps says:

    Ciao Francy! Ti ho assegnato un premio, per ritirarlo vai a questo link: http://notthesamestuff.blogspot.it/2013/05/very-inspiring-blogger-award.html

    12 anni ago · Rispondi
  5. Laura ECOhps says:

    Ciao Francy! Ti ho assegnato un premio! per ritirarlo vai al link: http://notthesamestuff.blogspot.it/2013/05/very-inspiring-blogger-award.html

    12 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Grazie mille stella! Ricambierò. 😉

      12 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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