Nel dizionario la parola fiducia viene definita come “sensazione di sicurezza basata sulla speranza o sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa”. Diciamocelo chiaramente: questo mondo, questa umanità mette continuamente e quotidianamente a dura prova la nostra forza di volontà, il nostro andare avanti, la nostra fiducia nel prossimo. Gente che viene derubata subdolamente, che non rispetta la parola data, che presta un lavoro per cui non viene pagata, che si fida del suo amico, che però lo tradisce come il peggiore dei vigliacchi. Ogni giorno una lotta, ogni giorno un legame che muore. E tutto perché non siamo in grado di essere totalmente onesti con chi ci sta accanto. Che non significa rispettarlo solo sul luogo di lavoro, ma anche onorare un’amicizia, una storia d’amore.
Quante volte salta tutto perché si viene a scoprire che l’altro fa le cose di nascosto o non ci dice la verità? Non era forse meglio rivelare le carte in tavola piuttosto che farsi scoprire e far naufragare tutto? Dobbiamo imparare a prendere consapevolezza di quello che vogliamo e poi assumercene la responsabilità: non vogliamo più stare con il nostro compagno? Parliamogliene, ma non tradiamolo con qualcun altro; non abbiamo i soldi per pagare quella prestazione? Mettiamolo subito in chiaro: sarà poi l’altro a decidere se aiutarci o no.
La fiducia è la prima cosa nei rapporti umani, ma dobbiamo prima ritrovarla in noi stessi: sapere quali sono i nostri limiti, accettarli e poi metterci completamente a nudo con il prossimo, cosa non facile. La fiducia deriva dall’onestà, prima verso noi stessi, poi verso gli altri, sono legate a doppio filo: se manca l’una, non può esserci l’altra, e viceversa.
È un esercizio costante, richiede coraggio e molta umiltà. Il coraggio di dire: “Questi sono i miei limiti” o “Non ce la faccio” e l’umiltà di dire: “Mi aiuti?”. Così facendo, la fiducia si rafforza; altrimenti, va tutto sgretolandosi, in questo mondo sempre più individualista e pieno di falsi eroi.

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