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“Notti magiche”

giugno 10, 2015

Questa canzone fu l’inno dei Mondiali Italia 90, a me è venuta subito in mente sabato sera, quando ho vissuto la mia notte magica: la mia prima volta allo stadio, a Berlino, alla finale di Champions League, a vedere e a tifare Juve, la squadra del mio fidanzato.

Non essendo mai stata allo stadio, devo dire che ho iniziato con il botto: una partita così prestigiosa, contro il Barcellona poi, in uno degli stadi più belli d’Europa… Ero davvero emozionata. Da sempre tifosa interista, questa volta ho fatto un passo indietro e per amore, ho sostenuto la squadra del mio moroso, il quale non stava più nella pelle come un bambino: quando dopo tre ore è riuscito a prendere i biglietti per la finale tanto agognata, mi ha chiamato tutto trepidante, con la voce tremula, tanto che mi sono sinceramente emozionata anch’io. Per lui significava tanto esserci, quindi ho reputato giusto assecondarlo in tutto e per tutto in una cosa tanto grande per lui.

E devo dire che mi è anche piaciuto: essere in curva, vedere da vicino quei grandi campioni, entrare allo stadio con tutta quella gente mi ha regalato emozioni che mai avrei pensato di provare. Sentirsi parte di un qualcosa: ecco forse cosa significa per tante persone seguire le propria squadra del cuore. Poi il calcio ultimamente rappresenta anche la parte peggiore dello sport, reso più brutto dalla violenza, dalla mafia, dai soldi, ma in curva ho trovato tanto calore, tanta speranza, anche atti di gentilezza nei miei confronti da parte di quelli che la massa chiama “tifosi beceri”. C’erano bambini, c’erano mogli e c’erano uomini disperati davvero, che a ogni azione speravano che la loro squadra potesse fare il miracolo. Era bello osservare la loro reazione, come soffrivano e quanta passione mettevano in ogni singolo coro, in ogni urlo. Ho visto il lato più bello dello sport: quello che ti fa unire, che ti fa sperare, che ti fa sfogare (in modo sano), che ti fa condividere.

E poi ho visto una donna che per amore ha saputo fare un gesto forse piccolo, ma molto importante per la sua relazione: quello di sostenere il suo uomo incondizionatamente in una cosa a cui lui teneva da morire per mille motivi, facendo un passo indietro laddove prima per testardaggine o per puntiglio non retrocedeva di una virgola. Vederlo emozionato, sinceramente felice, con gli occhi lucidi, ha reso felice anche me. Che poi forse il senso dell’amore è proprio questo: fare per l’altro anche le più piccole cose perché sai che questo farà bene a entrambi, rinunciando alle parti superflue di noi stessi. Una lezione che ho imparato durante la mia notte magica. E poi dicono che il calcio non ha niente da insegnare.


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by Francesca Favotto | no comment
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“Sì, viaggiare”
“Incantevole”

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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