Non ho il pollice verde. Mai ce l’ho avuto e mai l’avrò. Le piante mi muoiono: perché me ne scordo o perché non ci parlo. Chissà. Ma da qualche giorno osservo un miracolo: sulla mia scrivania tengo una piantina di ciclamino, regalo di mia suocera per Natale. Dopo averlo bagnato poco e poi avergli dato da bere più spesso per vedere se riuscivo a salvarlo, niente, tutti i fiori sono appassiti.
Stavo per buttarlo, quando… mi sono accorta che tra le foglie verdi, svettava lui: ritto, orgoglioso, colorato, fiero. In mezzo alla morte e alla desolazione, lui non si è arreso e ha tirato su il capo. E non molla. E così non solo ha salvato se stesso, ma anche tutta la sua famiglia. E anche me, che ho ricominciato a credere in lui. E in quella fiaba sulla speranza, che dice che anche il più piccolo appiglio di luce può bastare a illuminare una stanza intera.
Per il suo coraggio e la sua determinazione meritava un nome.
L’ho chiamato Teo.
L’ho chiamato Amore.
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