Un anello può essere un semplice anello. Ma non nella nostra cultura. Per noi significa unione, legame, scelta. Domenica a pranzo mi è stato donato un anello. Un anello speciale. Non per il valore materiale che ha – oro, zirconi e zaffiro -, ma per l’affetto e i ricordi che conserva. “Tienilo tu, ci tengo. Alla fine ti voleva bene come a una nipote ed era così felice che tu fossi al fianco del suo Matteo”. Me lo ricordo al dito della nonna Giuanina. Accenno un sorriso. “Lo accetto volentieri, ma prima chiedo a Matteo se vuole tenerlo lui”. So quanto fosse attaccato a sua nonna, quanto sia geloso degli oggetti cui è affezionato. Torno a casa e glielo mostro: “Lo vuoi tenere tu? Tua mamma l’ha donato a me, ma so quanto contino per te queste cose”. Lo guarda, lo scruta da vicino e gli occhi gli si bagnano di lacrime. “No, tienilo tu”. E me lo infila al…
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La signora degli anelli
Ogni anello che indosso ha per me un significato particolarissimo. Non particolarmente amante del genere, mi sono ritrovata nel corso del tempo a indossarne cinque: c’è il primo che mi ha regalato Teo appena messi insieme; poi c’è quello in pietra infilatomi al dito in mezzo ad Alexanderplatz a Berlino; poi ce n’è un altro, semplicissimo, che Teo comprò da un venditore ambulante a uno dei nostri tornei di beach volley; e ancora, quello con il cuore rosso smaltato che abbiamo comprato a Pitigliano quest’estate. E infine, c’è quello che racchiude tutta la mia famiglia, i valori per me importanti: è un rosario del Santuario della Madonna di Monte Berico, cui erano devotissimi i miei nonni paterni, regalatomi da mia sorella qualche anno fa. È usurato e consunto e rovinato e brutto, ma senza mi sento nuda. A dire il vero, senza ognuno dei miei anelli mi sento a disagio: una volta, già sulla via per le vacanze, son tornata…
Il momento giusto
L’altro giorno stavo leggendo su Style le ultime dal canale Sposa, come sempre (deformazione professionale, credo! ;)) e ho trovato un pezzo della mia collega nonché amica Vale molto interessante, che non ho potuto fare a meno di leggere tutto d’un fiato: come farsi sposare, ovvero come scucirgli e neanche troppo velatamente, la fatidica proposta. Un momento di svolta in una coppia, tanto intenso quanto desiderato da tutte, anche da quelle che fanno le distaccate, le disinteressate, le finte snob o le emancipate. È vero, oggi la proposta si è evoluta: non per forza deve partire da lui, molte prendono in mano la situazione e si fanno avanti per prime, o spesso invece non è la classica domanda “Vuoi sposarmi?”, ma assume altre forme, tipo “Andiamo a convivere?” oppure “Facciamo un figlio?”, uguali però nel cambiarti la vita per sempre. Però dai, tutte sotto sotto attendiamo con ansia che lui un giorno si inginocchi davanti a noi e infili al…