Due mesi che non sei più al mio fianco. L’altra sera ti cercavo nel lettone, mi mancava il tuo abbraccio, e le tue zampette fredde, e il tuo respiro rantoloso. Manchi anche alle bimbe: ogni tanto mi sembra che Shibu sia più triste del solito e ti cerchi, mentre Nara… be’, sai che Nara è più selvatica. Cerco di far loro da mamma e anche da papà, ma è difficile, ogni tanto accuso il colpo. Il tuo libro sta viaggiando bene, sai? La prima presentazione a Milano è stata una bomba, come dici sempre tu. Ora punto a portarlo in tutta Italia, quantomeno nelle grandi città. Io sto portando avanti i miei piccoli e grandi progetti, che tu già sai. Sono molto carica e aperta verso questo futuro sempre più incerto. Manchi terribilmente, ma ti sento in ogni gesto e sorriso e abbraccio e canzone e film e frase. In tutto. Due mesi sono niente rispetto ai 18 anni che…
Tag Of mancanza
Ciao, Silvia
“Ti va di venire a far compagnia a mia figlia? Una volta a settimana, se non è disturbo”. Avevo 18 anni, non sapevo cosa volesse dire fare da dama di compagnia a una persona fragile. Ma i tuoi mi avevano scelta “a pelle”. E avevano ragione, perché da favore quale doveva essere, presto è diventato un piacere. Eravamo nate quasi lo stesso giorno, tu 20 anni prima, ma il giorno dopo. Entrambe eravamo laureate in lingue, amavamo i libri sopra ogni cosa, e stare in giro, visitare luoghi, conoscere gente. Venivo da te e ogni volta c’era qualcosa di diverso da fare: a volte delle traduzioni in francese, altre mi mettevo a trascrivere il tuo diario. Poi andavamo a messa insieme. A ogni compleanno e Natale, arrivavo con un libro. A Pasqua con un uovo di cioccolato. Ormai i libri me li commissionavi, e anche se sapevamo entrambe il titolo, te lo incartavo per lasciare l’effetto sorpresa. Uno degli ultimi…
Buon compleanno, Buzz!
Tutto l’amore che ci hai donato è ancora qui con noi. Grazie per averci insegnato la leggerezza del cuore. Buon compleanno Bubù, oggi sarebbero stati 15.…
A casa
Per voi, la casa dov’è? Essere a casa cosa vuol dire? Avere quattro mura intorno e un tetto sopra la testa, certo, ma forse per me è di più. In questi giorni ero a casa mia, ma non mi sentivo a casa. Ero insofferente, perché lui era via. È andato a Madrid per quattro giorni, una cazzata, è stato via per molto più tempo di così, ma stavolta era tutto diverso: lui che ha affrontato la paura di volare da solo, lui che è stato male là e non aveva nessuno che lo potesse aiutare, io qui preoccupata per lui a tenere tranquilla me stessa e sua mamma. Ma forse non era nemmeno questo a rendere tutto diverso: forse è il fatto che ormai senza di lui non riesco più a stare, senza sapere che sta bene, che si sta divertendo. Mentre lui affrontava i suoi fantasmi, io affrontavo i miei: la paura di perderlo negli anni non si è…
E se non ci fosse più tempo?
Dedicato a te. Manchi. Franco aveva il sole negli occhi, e anche un velo di tristezza, ma appena accennato, visibile solo a chi non poteva mentire perché lo conosceva troppo bene. Franco amava stare in compagnia e condividere tutto: il cibo, le esperienze, la vita che passava, anche le paure e le delusioni. Amava gli abbracci, perché quando lo faceva non ti lasciava andare più, stringeva e stringeva, come se avesse dovuto essere l’ultimo. E se l’avessi saputo che quello sarebbe stato il nostro ultimo, non ti avrei più lasciato andare. Franco se n’è andato in una gelida notte d’inverno, ormai due anni fa, a bordo della sua auto. Amava guidare, vivere veloce e così se n’è andato. Uno schianto, e poi la notte. Franco era un mio amico, un amico di famiglia, poi diventato un fratello per me. Entrò nella mia vita, dopo essere entrato in quella di mia sorella, era il suo ragazzo, il suo ‘morosino’ alle…
L’insostenibile pesantezza del non essere
Può mancare qualcosa che non c’è o non c’è ancora? Me lo son chiesta parecchie volte e la risposta a cui sono giunta è sì. Nella fattispecie, mi manca la quotidianità di coppia, quel vivere accanto all’uomo che ami, giorno dopo giorno, condividendo sogni, risate e piccole cose. E vi dirò di più: mi è mancata proprio in questo periodo, fatto di grandi paure, di ansia e di dolore. In questi giorni fatti di grande sofferenza e di lacrime, ecco io avrei voluto fare di più, essere di più. Mai come in questi mesi ho sentito l’esigenza di non tirarmi indietro davanti alla prova, ma di fare un passo avanti per legittimare la nostra vita insieme. Teo aveva bisogno di me e io ci sono sempre stata, ma avevo le mani legate. Mi è pesato non esser potuta rimanere in ospedale tutto il giorno tutti i giorni al suo fianco, non aver potuto fare le notti. Mi pesava fare avanti…