Vi ricordate le belle tradizioni di una volta, quelle che purtroppo oggi non si usano quasi più? Come quella della dote, il corredo di biancheria per la casa che la mamma o la nonna preparavano, magari ricamando lenzuola e asciugamani a mano, per la figlia o la nipote prossima al matrimonio. Mia mamma ancora oggi ogni tanto sospira, riguardando la biancheria che mia nonna le aveva consegnato il giorno di matrimonio, un po’ perché sono cose davvero improponibili per colori e stile, un po’ per la nostalgia e la riconoscenza verso quel gesto d’amore da mamma a figlia. Anche mia mamma mi sta preparando una specie di dote: non è il corredo fatto a mano, ma una serie di cose che se mai dovessi sposarmi, potrebbero servirmi: dalle tazzine agli strofinacci, li sta radunando tutti in una vecchia cassapanca, pronti a essere recapitati nella mia futura casa, quando sarà. Lo trovo un gesto d’infinita tenerezza ed è un vero peccato…
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A letto, cercandosi le mani
Ultimamente non dormo bene. Troppi pensieri per la testa. Mi corico, mi rilasso e la mia mente va, vaga tra i pezzi che dovrò scrivere l’indomani, le cose che dovrò fare, chi dovrò chiamare, le mail che dovrò mandare, le preghiere da dire affinché i miei affetti stiano sempre bene… Insomma, ora che prendo sonno, è sempre ormai notte fonda. Sapete quando è stato l’ultimo sonno beato e sereno che mi sono fatta? Qualche sera fa, quando mi sono addormentata da seduta in una posizione scomodissima sul divano di Teo, con la testa appoggiata al suo petto, le sue braccia intorno a me… e il suo ginocchio nella schiena. Eppure ho dormito per due ore, che mi sono parse lunghissime e che mi hanno rigenerato. Tornare poi a casa, sotto la pioggia e infilarmi in un letto troppo freddo è stato traumatizzante. E non c’entrano l’inverno, le basse temperature o l’umidità che ti entra nelle ossa. No, la notte è…