Questo è il mio albero. È un albero sghembo, il piede destro dovrebbe aderire bene alla coscia sinistra e stare più su, il ginocchio dovrebbe aprirsi di più, le braccia dovrebbero stare più dritte. Ma quando ho iniziato yoga, il piede destro non arrivava nemmeno al ginocchio e le braccia non riuscivo a tenerle nemmeno davanti al petto nella posizione di preghiera. Sto ancora migliorando, ma ora sto nella posizione, e ci sto comoda. C’è voluta tanta pratica, e non mi sono mai data per vinta. Soprattutto non mi sono mai detta: “Non ce la faccio”. Nello yoga come nella vita. Piuttosto: “Con questo metodo non mi riesce, cambio modalità”. Perché le parole sono importanti, le parole sono già azioni. Dire la parola giusta o sbagliata cambia tutto nel modo di affrontare la vita. Ieri Teo è stato male. Tornando a casa, mia suocera mi fa: “Non sta bene”. Nel pomeriggio, però, passata la burrasca, gli era tornato un filo…
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Wēijī
L’ultima volta che sono stata a Milano è stato 4 mesi fa per un aperitivo su un progetto fichissimo. Poi questa quarantena mi ha portato via tante cose: appena prima del lockdown avevo fatto dei colloqui per un lavoro per cui sarei stata presa, ma con la pandemia l’opportunità è svanita. Ieri sera sono tornata a Milano dopo 4 mesi per un aperitivo su quel progetto fichissimo. Tante cose sono svanite, ma questo progetto no. Durante la pandemia son cresciuti. Io son cresciuta. E a breve le nostre strade si incroceranno. Sono tornata a casa piena di energia, di idee, di vita nuova. Nonostante la vita ci metta del suo a scoraggiarmi, io sono carica. Mi sento bene, mi sento forte. Sicura di me. Ho cominciato dai capelli, ma non è mai solo questione di look, si sa. Ieri Teo mi ha detto: “Non credere a chi ti apprezza e ti stima solo per quello che fai per me. Tu…
Vicini anche se lontani
“Franci, mia nonna è negativa. Le hanno fatto il tampone ed è negativa. È solo bronchite normale, ora si spera le passi, ma sta bene”. Questa è una mia amica, la quale ieri mi ha confidato le sue pene per la nonna, una persona di quelle che attualmente rientrerebbe tra i “sacrificabili”. Alle sue parole ho pianto, come fosse stata la nonna mia. Ieri sera ho pregato: oltre che per Teo e la mia famiglia, anche per questa signora che nemmeno conosco. Oggi la mia amica mi ha scritto: “Io stanotte le tue preghiere le ho sentite, davvero. Mi hanno aiutato a riposare un pochino”. Ecco, credo nella scienza, ma credo anche in quell’energia positiva che pervade la nostra anima. Chiamatela Dio, aura, destino, Amore… Poco importa. Io credo che quando invii Amore, questo arriva. E cura. Ecco perché insieme con Matteo, ho avuto l’idea di lanciare un’iniziativa di speranza: due momenti a settimana – martedì e giovedì – per…