Come ci si sente a vivere sempre in bilico? A essere la persona che vorrebbe proteggere chi ama da tutto il male, ma anche che deve spronarlo a partire armato e convinto perché quella che lo aspetta è una guerra? L’ho capito l’altra sera guardando Rocky IV. Sarà stata la trentesima volta che lo vedo, eppure mi emoziona sempre come la prima volta. Da qualche anno mi emoziona ancora di più. La storia la conoscete tutti, ciò che non conoscete è come ci si sente a vederla, sapendo di viverla nella propria vita. La similitudine è fin troppo scontata: io sono Adriana, ma anche Duke. Teo è sul ring per cercare di mettere a tappeto il suo tumore, un’impresa che sulla carta sembra impossibile: Teo è uno, lui è un esercito, pronto a colpire su più fronti. Come Adriana, lo osservo da fuori e cerco di proteggerlo dal male, anche se qui, il male abita in lui. Come Duke, lo…
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Ikigai
Voi lo sapete cos’è l’ikigai? Ikigai è una parola giapponese che vuol dire “un motivo per cui vale la pena vivere”, “un motivo per cui svegliarsi la mattina con il sorriso”. Questa filosofia giapponese sostiene che se uno lo trova, può vivere anche più a lungo perché felice di esserci. Il mio ikigai credevo di averlo trovato: per me è scrivere. Scrivere è come l’aria, come l’ossigeno che respiro: potrei farlo sempre, in continuazione, senza nemmeno pensarci. Come il polmone lavora in silenzio e mantiene in vita il mio corpo, così la penna nella mia mano mantiene in vita il mio spirito. Io scrivo per vivere ed è proprio questo che ultimamente offusca il mio ikigai: la mail di lamentela, il cliente che non paga, le richieste assurde su pezzi già approvati… È un attimo svegliarsi la mattina e avere voglia di rimanere a letto, per non pensare. Ma poi, arriva un suo messaggio, una telefonata: è felice, sta scrivendo…
Come farfalle
Rido. Canto e ballo in macchina, alzo gli occhi al cielo e li strizzo per godermi appieno i timidi raggi di sole invernali, saltello dandogli la mano, uscendo dall’ospedale. Rido. E le persone mi prendono per pazza. Sia chi non mi conosce che chi sì. I primi perché in questa società tendente al lamento continuo e all’autocommiserazione, una che ride sarà una dissociata; i secondi perché con tutti i problemi e i pensieri che ha, cazzo c’avrà mai da ridere? Ebbene, vi racconto una storia: la conoscete la vita di una farfalla? Uno degli insetti più belli, forse l’unico, che da bruco poi diventa crisalide, un periodo di incubazione necessario per infine dispiegare le ali e provare a dare il meglio nel tempo che le resta da lì all’eternità. Sì, perché le farfalle non durano moltissimo: alcune pochi mesi, altre pochi giorni, qualcuna solo poche ore. E in quel breve tempo non hanno modo di fare progetti, vivono, vivono forte,…