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febbraio 7, 2014

Apologia di San Valentino

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San Valentino. Siamo alla stregua delle Superga: o lo si odia o lo si ama. Ma quelli che lo odiano, ancora non ne capisco il perché. O meglio, ho una mia teoria, giusta o sbagliata che sia, è mia e basta, gli altri liberi di pensarla come vogliono.

Abbiamo il Natale, abbiamo il Carnevale, abbiamo le giornate mondiali di chicchessia: possibile che non possiamo avere una festa dedicata all’amore? Che poi, festa, è proprio un Santo, il patrono dell’amore: tra un uomo e una donna, tra un uomo e un uomo, una donna e una donna, un figlio e sua mamma… San Valentino protegge tutti gli innamorati, non importa di chi o cosa. E a me piace questa cosa, che ci sia qualcuno che veglia sull’Amore e fa sì che continui ad esistere.

Ok, ok, obiezione solita: ma è una festa commerciale! Ma qui è colpa nostra, che abbiamo sempre bisogno di un presente materiale per dimostrare qualcosa che magari in sostanza non c’è. San Valentino esiste da molto prima dei regali e dei viaggi, le nostre nonne il giorno di San Valentino accendevano un cero in chiesa e pregavano il Santo di tenere sempre saldo e vivo il loro amore per il marito e la famiglia. Questo è il vero significato di San Valentino.

Che poi chi lo denigra sono quasi sempre quelli che si lamentano dei Grinch sotto mentite spoglie che rovinano loro la festa di Natale, solo perché criticano le lucine e il buonismo imperante: e voi, forse, non state facendo lo stesso ora? Amo il Natale, amo San Valentino, amo Halloween, odio il Carnevale. Ma mica vado a tirare il pippone a quelli che amano mascherarsi e poi vanno in discoteca a divertirsi, lascio che facciano e declino gentilmente l’invito. Che poi, che differenza c’è tra Carnevale e Halloween, direte voi… Sarà il lato dark e horror della ricorrenza americana che mi intriga, forse.

Perché noi umani siamo fatti così, abbiamo bisogno di qualcosa di ufficiale, di scritto, che ci ricordi di essere migliori: il Natale per essere più buoni, il Carnevale per divertirci, San Valentino per non dimenticarci dell’Amore. Sì, è vero che ogni giorno bisogna dire “Ti amo” a chi si ama, abbracciare che ci sta accanto, baciare chi ci affascina, ed è quello che faccio. Ma San Valentino è l’occasione giusta per andare un po’ più a fondo nella questione e non limitarsi a regalare una rosa, ma affidare la propria vita insieme a un mistero più grande.

Quelli che dicono di odiare San Valentino, adducendo le solite banali, trite e ritrite motivazioni, è perché: o non hanno ancora trovato, assaporato, vissuto l’amore, e allora che parlate a fare? Per sentito dire?, o sono invidiosi di chi un amore da celebrare ce l’ha, e allora un po’ capisco il vostro cinismo, oppure si stanno accontentando di un rapporto in cui uno dei due si è appiattito sui desideri dell’altro. E se li fa andar bene così.

Alla fine, a San Valentino non serve nulla di eclatante: non credo agli aeroplani nel cielo con lo striscione melenso, ai brillocchi da 400 carati donati con tanto di fuoco d’artificio, alle bottiglie di champagne da seicento euro. L’amore non è esibizionista. È alla portata di tutti, è semplice, è voglia di star con l’altro. È affrontare il traffico di Milano e Monza nell’ora di punta, solo per andare a dargli un bacio nella corsia di un ospedale. È mangiarsi una pizza seduti per terra davanti al proprio film preferito. Quest’anno andremo nel solito paesino sperduto nel nulla, nel nostro solito b&b, un casolare del Seicento, ma che a noi sembra una reggia. Faremo il nostro solito giro, mangeremo nel solito Roadhouse. Le solite cose, che si fanno anche tutti gli altri giorni. Forse è vero, perché a renderle speciali è il nostro amore. Ma io quel giorno assicurerò la nostra vita insieme al Santo protettore degli Innamorati, segretamente gli affiderò tutti i miei affetti, dalla famiglia agli amici e pregherò affinché continuino a riempire la mia vita di bene. Ma soprattutto lo ringrazierò per avermi fatto conoscere il grande Amore, quello con la A maiuscola. Perché credo ci abbia messo lui lo zampino. E perché è per questo che è stato creato San Valentino.

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by Francesca Favotto | 4 comments
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4 Comments

  1. Rossella says:

    Non prenderei nessuna iniziativa, almeno in questo senso, penso che gli uomini debbano pensare a tener vivo il rapporto 😉
    Ti abbraccio

    7 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      No, dai, tocca un po’ anche a noi donnine, no?! Do ut des. 😉 Un abbraccio a te!

      7 anni ago · Rispondi
      1. Rossella says:

        Forse sono stata troppo categorica! 😉

        7 anni ago · Rispondi
        1. Francesca Favotto says:

          Eheh 😉 Un bacione!

          7 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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