Cosa succede al vostro iPhone quando è scarico? Si spegne, esatto. E non v’è nemmeno modo di sostituire la batteria, bisogna proprio attaccarlo alla corrente e ridargli la carica. Che quando gli elettrodomestici funzionavano a pile, a volte bastava cambiarne l’ordine, scuoterle un pochino, e l’aggeggio tornava a funzionare. Poi arrivi a un certo punto che non basta più. Non serve più provare a forzare la mano, quando le pile sono esauste, sono esauste.
Così mi sento io nell’ultimo periodo: scarica, esausta. Tante, troppe cose da fare e poco tempo per farle, con l’aggravante dei mille pensieri che ingolfano la testa e non lasciano spazio alla creatività, di cui mi devo nutrire costantemente per il mio lavoro. Poi, ci si mette l’ansia che soffoca anche quelle poche idee buone che cercano di affiorare in superficie… e niente, il lavoro si accumula, la disperazione cresce, il gatto si morde la coda. E io mi spengo, un poco alla volta, sempre di più.
Questo weekend dovevo lavorare. O meglio, mi volevo forzare a lavorare. Ma dopo aver chiuso la contabilità del trimestre, l’idea di mettermi a produrre qualcosa di sensato, mi faceva venire il vomito. Così ho chiuso tutto. E mi sono andata a ricaricare.
Mi sono goduta la mia famiglia: prima due puntate di Stranger things con Teo (ebbene sì, siamo binge watching addicted!), poi un giro in campagna con gli affetti più cari, a riprendere un po’ di fiato, a ricaricare le idee. Perché non aveva senso restare al pc, avrei solo perso tempo.
Be’, è indovinate un po’? Ha funzionato. Oggi, che poteva essere un lunedì più lunedì del solito, ho prodotto tantissimo, ho scritto come non facevo da tempo.
Forse a volte faremmo meglio a smetterla di pretendere da noi l’impossibile: se ha bisogno di ricaricarsi l’iPhone, programmato per fare milioni di cose, anche insieme… figuriamoci noi!
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