Vi siete mai sentiti impotenti? Sì, incapaci di fare qualsiasi cosa davanti a una situazione che non riuscivate a gestire al meglio e intanto sentivate di stare perdendo prezioso tempo per rimediare? Ecco, è così che mi sono sentita io questa settimana. Attimi di puro terrore in cui ho creduto di poter perdere Buzz. Sì, Buzz, il cagnolone mio e di Teo, 12 anni di puro amore peloso, che questa settimana ho temuto di perdere.
Buzz è stato azzannato al petto da un cane lupo che è il doppio di lui per stazza e peso. Già non si stavano simpatici e probabilmente mentre i padroni non guardavano, si sono presi sotto, solo che il nostro piccolo ha avuto la peggio: una lacerazione (per fortuna superficiale) nel petto e una piccola morsicata sulla zampa. Il problema è che appena successa la cosa, non riuscivamo a capire l’entità del danno e il sangue continuava a colare dal pelo e Buzz era stanco e chiudeva gli occhi e a me sembrava stesse perdendo conoscenza… e insomma, lì mi son resa conto: come si fa a capire quando un cane soffre? Come si fa a comunicare per farsi dire dove ha male?
Ma soprattutto: come si può stare senza Buzz? Cosa avremmo fatto se la situazione fosse stata più grave? Sì, perchè ora la ferita si è già rimarginata bene e l’ematoma si sta ritirando, lui sta decisamente meglio ed è arzillo e vispo come sempre, ma se fosse andata male per davvero?
Buzz per la nostra famiglia non è semplicemente un cane: è più di un figlio, un fratello, un amico. Lui è il nostro compagno di vita da che Teo si è ammalato, 11 anni fa ormai, è la nostra fonte di speranza inesauribile, di vitalità, è la nostra luce.
Buzz è uno di famiglia, molto più di tanti altri parenti acquisiti per diritto. Senza Buzz non so come avrebbe potuto mettersi. Ma Buzz c’è. E la fiammella della speranza si è riaccesa.
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