Oggi è il Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti e sebbene non sia una nostra tradizione, ne apprezzo lo spirito. Ogni giorno mi dico che non c’è proprio un cazzo da ringraziare, e poi ogni sera mi incazzo con me stessa perché due o tre cose per cui è valsa la pena vivere la giornata le trovo sempre.
Perciò stasera quando mi coricherò so già che ripercorrendo le 24 ore, ringrazierò per la mia famiglia, che mi ama; per Gughi, che ogni volta che combino un casino, corre in mio soccorso a risolvermelo; per Pirluz, che ascolta le mie pippe mentali e mi risponde pure; per le risate mentre scattavo questa foto; anche per Facebook, che bloccandomi ingiustamente il profilo, mi ha insegnato che puoi anche comportarti sempre bene in questa vita, ma non puoi mai sapere come verranno interpretate le tue azioni. Poi ringrazierò per il risotto ai mirtilli di stasera e X Factor sul divano con le mie cagnoline. Per la musica, che parla al posto mio e trova sempre le parole giuste al momento giusto, e per chi mi ha pensata anche solo un minuto, inviandomi vibrazioni positive.
Ma non è per questo che voglio ringraziare davvero. Il grazie più grande lo dico a me stessa, senza retorica. Per quanto ringrazi, a volte anche sovrabbondando, gli altri, non trovo mai il coraggio di guardarmi allo specchio e dirmi grazie. E invece grazie, piccola grande Franci.
Perché hai avuto il coraggio di restare: in piedi, fedele agli altri, ma soprattutto a te stessa, felice. Di cambiare: chi ero vent’anni fa, non è chi sono oggi. Di amare: qualcun altro, ma ora anche te stessa. Di sognare, non piegandoti mai a chi ti voleva imbrigliata in una vita che non sentivi tua. Di continuare a sognare, anche quando sembrava che non vi fosse spazio per farlo. Di sentire: con le orecchie, ma ancor più con la pancia.
Ci vuole coraggio a dire grazie con un coltello dentro al cuore. Ma ho un’insana fiducia che la ferita rimarginerà. Questo non fa di me un’illusa, solo un’incosciente, forse. La cicatrice sarà evidente, ma sarà sempre lì a ricordarmi di quando ho attraversato la tempesta e ne sono uscita diversa. Nuova, forse. Di sicuro innamorata. E stavolta, di me stessa.

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