Oggi è San Francesco d’Assisi. Me ne sono accorta dalla quantità di auguri che mi sono arrivati, altrimenti non ci avrei fatto caso. In casa nostra non eravamo particolarmente legati all’onomastico, però sono felice che a proteggermi ci sia una tra le rockstar del paradiso.
Ma che poi chi sono i santi? Siamo abituati a venerare o a pregare persone dalle vite così distanti dalla nostra. Credo che la santità abbia a che fare con l’Amore, quello per cui non ci si risparmia, non ci si tira indietro, ci si consuma, si dà tutto per gli altri. O per l’altro.
Ho chiesto con un mio sondaggio qui su Ig e su Fb cos’è l’amore in concreto. Farsi centinaia di km per starsi vicini, lasciare l’ultima patatina, chiedere scusa, portare la copertina… Tutte cose che Teo faceva e faceva e faceva per me.
Ma ne ha fatta una che è stata proprio la dichiarazione d’amore più grande: poche ore prima di lasciarmi per sempre, mentre lo spostavano di letto in ospedale, alla mia domanda: “Come stai?”, lui pur sapendo di stare per andarsene, lucido come pochi, ha alzato il pollice in segno di “Tutto bene”. Fino all’ultimo non ha voluto farmi preoccupare e mi ha rassicurata sul fatto che fosse in pace. Lasciare una vita senza sensi di colpa a chi amiamo: questo è “dare la vita per i propri amici”.
A proposito di santi, il 21 settembre – San Matteo evangelista – ho scritto a Papa Francesco, raccontandogli la vita del mio Matteo. “Voi che siete sempre alla ricerca di figure esemplari cui ispirarci, non potevate non sapere dell’esistenza piena e viva del santo che ho avuto la fortuna di conoscere io”, gli ho scritto.
Non mi ha ancora risposto, ma lo farà. Lo sento. Accanto a Francesco, io ho un santo speciale che veglia su di me. E su tutti coloro che lo hanno amato davvero. L’unico che ha fatto accadere tutto il bello e il buono quando era qui e che continuerà ancora di più dal posto dove è ora.

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