Il cancro mi aveva già insegnato a vivere giorno per giorno. Il Covid-19 ha sparigliato le carte e mi ha insegnato a vivere secondo per secondo. Non si possono più nemmeno fare programmi da qui a domani: dire “A settimana prossima” sembra darsi appuntamento a fra un anno.
Continuo comunque a programmare l’agenda per la settimana seguente ogni domenica sera: mi dà un senso di normalità, mi placa l’ansia, anche se novembre è tornato a essere quasi bianco.
Così queste 24 ore di fuga dalla realtà mi sono sembrate una benedizione: in un posto magico che era tutto per noi, dove la creatura più prossima era una quercia secolare o un ulivo, mi sono ricaricata. Del buon vino, quattro chiacchiere, risate, un ukulele, una canzone, buona musica, natura a perdita d’occhio.
Son tornata a respirare senza affanno. Ché se da un momento all’altro dovessero ricacciarmi la testa sott’acqua, almeno ho fatto il pieno d’ossigeno.

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