“Oggi per te sarà un Natale diverso…”. Non sapete in quanti me l’avete scritto o detto. Sì, cazzo, è un Natale diverso. Ma non per quello che potete pensare voi. Quello che pensate voi è un dato di fatto. Ciò che è stato non può più tornare indietro. Ma sto cercando di non pensarci. Di andare avanti.
In questi giorni ero nervosa, stomaco chiuso, non ho mangiato, ho perso qualche kg. Non sentivo il Natale, ma non per quello che pensate voi. Non ho sofferto per la mancanza di chi non c’è più, ma di chi pensando a cosa fosse meglio per me, ha deciso quale avrebbe dovuto essere il mio Natale. Sei sola, devi stare in compagnia, dobbiamo starti intorno, dobbiamo parlarti di Teo… Io urlavo il mio bisogno, ma nessuno mi ha ascoltata.
Non essere ascoltata, ecco cosa mi ha rubato il Natale. Quando pensiamo a cosa è giusto per gli altri, mentre invece stiamo solo facendo ciò che fa stare bene noi: ecco cosa ruba la vita alle persone.
Non sono più la persona remissiva, docile, permissiva, accomodante di un tempo. Non riesco più a mentire a me stessa. Non fate l’errore di sapere cosa mi passa per la testa solo perché leggete le mie righe. Chiedetemi come stai e poi ascoltate la risposta. Vi sorprenderete di sentire che sto bene, se solo me lo lasciaste fare. A modo mio.
Ché se smetto di battermi per ciò che voglio e acconsento a ciò che volete voi da me, è solo per prendere la rincorsa e allontanarmi meglio.
[Grazie a chi oggi mi ha chiamata, mi ha chiesto come stavo, ha ascoltato la risposta, mi ha regalato ore spensierate, mi ha regalato una canzone, un libro, un film, ha nutrito la mia anima. Siete il mio Natale]
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