Avete presente quella massima attribuita a Confucio che dice più o meno “Fai ciò che ami e non dovrai lavorare un solo giorno nella tua vita”? Ecco, l’altra sera ne ho avuto la prova vivente, non che avessi mai avuto qualche dubbio, comunque. Sono stata per la prima volta in vita mia al concerto di Bruce Springsteen, regalo di Natale al mio fidanzato, che non era mai stato a un concerto prima di allora: una partenza col botto, perchè son state quattro ore – e ripeto 4!!! – di puro rock, uno spettacolo che ha visto un uomo di quasi 70 anni, un’icona vivente, dimenarsi, correre come un matto da una parte all’altra del palco, interagire direttamente col pubblico, senza protezioni o guardie del corpo, cantare come un forsennato, emozionarsi, commuoversi, dedicare canzoni ai suoi figli, facendo ballare e cantare a squarciagola migliaia di persone, unite intorno a quella cosa bella bella che è la musica. Fare il cantante per il Boss è il suo mestiere, ma è il lavoro anche di tanti altri, eppure appassionati, energici, stimolati, entusiasti come lui non ne ho visti molti. Direte, be’ fa un lavoro meraviglioso, divertente, che ti porta a stretto contatto con la gente, che ti fa vedere migliaia di posti nel mondo, che ti regala la fama: assolutamente sì, ma anche tanti altri lo fanno, eppure pochi sembrano amare davvero quello che fanno. Ormai dopo quasi cinquant’anni di carriera, uno così potrebbe anche fregarsene di regalare emozioni a chi lo segue, eppure il primo ancora a emozionarsi è proprio lui, sintomo che quello che ha ‘prodotto’, quello che canta, è venuto e viene ancora dal cuore.
Ecco, proprio lì, proprio durante il concerto, mi son detta: anch’io tra quarant’anni voglio essere così: un’adorabile vecchietta ancora piegata sulla tastiera a scrivere e a raccontare belle storie e incredibili avventure, anche solo per i miei nipoti. Voglio ancora divertirmi come una ragazzina, facendo il lavoro che amo. Sempre se ci arrivo ai 70… ma questa è un’altra storia.
Perchè è così: SeDici che non vuoi lavorare, allora devi fare un lavoro che ami: solo così non sentirai il peso dei sacrifici, dei viaggi, della fatica, dei problemi, delle preoccupazioni e mentre lavorerai, ti sembrerà di essere sempre in vacanza. Certo, oggigiorno è già un miracolo avere un lavoro, figuriamoci se ce lo si può scegliere… Eppure io e tantissimi altri come me, siamo la testimonianza che se lo si vuole davvero, se si ha bene in testa chi si vuole diventare o cosa si vuole fare nella vita, allora il coraggio di cambiare le carte in tavola lo si trova. Tanti ragazzi come me hanno abbandonato il posto fisso per provare davvero a fare ciò per cui erano più portati: alcuni ci sono riusciti, ad altri non è andata bene, ma tutti abbiamo sperimentato che davanti a noi abbiamo infinite possibilità per provare a essere felici davvero. Ho sentito storie anche di persone più grandi che stanche di fare lo stesso lavoro logorante e svilente, hanno lasciato tutto e si sono dedicate a coltivare i loro sogni, chi aprendo un agriturismo, chi facendo diventare il proprio hobby un lavoro. Oggi magari devono affrontare più problemi legati all’attività in proprio, ma tutti si svegliano sempre col sorriso sulle labbra.
Non è un’utopia poter vivere meglio: il lavoro è parte fondamentale della nostra vita e pensare di passarla facendone uno che ci logora e non ci appassiona significa già ucciderci per metà. Alla fine, siamo sempre il frutto delle scelte che facciamo: possiamo scegliere di cambiare o di rimanere, di avere certezze o di metterci in gioco. L’unica discriminante però per capire se siamo sulla strada giusta dev’essere sempre e solo una: il sorriso sulle nostre labbra. Il sorriso, sempre.

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