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SeDici che vuoi dare una mano…

novembre 24, 2016

“Nessun “non ce la farai” vale quanto un “non mollare””.
Cranio Randagio

In queste settimane è successa una cosa che mi ha fatta pensare. Non riguarda direttamente me e nemmeno qualcuno che conosco di persona. Riguarda Cranio Randagio, un rapper della scena romana. Io lui l’ho conosciuto l’anno scorso a X Factor: mi colpì la sua immagine di rapper maledetto ma dalla faccia pulita, intellettuale, con quegli occhialetti tondi che lo caratterizzavano. Era bravo, ma bravo davvero, dedicò la canzone delle audizioni a suo padre che non c’era più, mi colpì per l’intensità delle parole, ma anche per la rabbia che aveva dentro, che aveva negli occhi. Arrivò a un passo dai Live: Mika lo lasciò a casa perchè non sapeva come gestirlo al meglio, al posto suo prese un ragazzino con un bel faccino, ma forse dal minor talento. Lo persi di vista.

Finchè non l’ho ritrovato sui giornali una settimana fa, sì ma sulle pagine di nera: Vittorio – questo era il suo nome – è morto durante un festino a base di alcool e droghe, così dicono. Aveva solo 22 anni. All’ultima puntata di X Factor, in apertura hanno voluto rendere omaggio a questo ragazzo, con il video del suo ultimo singolo “Petrolio”: un pugno nello stomaco, un colpo al cuore le parole di questa canzone, quasi un testamento, quasi sapesse come doveva andare a finire.

Cranio era solo un ragazzo che voleva fare musica, vivere della sua musica, che le aveva provate tutte per realizzare il suo sogno, prima di darsi per vinto: chissà quante porte in faccia, quanti “sei bravo” e poi oblio. Adesso che è morto tutti lo ricordano, tutti ne osannano il talento, la bravura, perfino lo celebrano con tributi… ma dov’eravamo tutti prima? Prima quando bastava davvero dargli la possibilità di esprimersi, di realizzarsi e magari così di salvarsi.

L’altro giorno a tavola, ne stavo parlando con Teo: “Sai che Kierkegaard diceva: “A volte penso che i miei problemi derivino dal fatto che io sia troppo spirito”. Se riesco ad arrivare ai 35 anni, avrò superato i grandi pensatori che mi ispirano al momento, tra cui anche il buon Jesus”. Sorrideva a denti stretti, Teo, ma io so che è il suo più grande incubo: non vivere troppo a lungo per vedere avverati tutti i suoi sogni. Ha gli anni contati, letteralmente, e quando l’altra sera ha visto il tributo che X Factor ha fatto a Cranio Randagio, non ha dormito tutta la notte per la rabbia. Perchè ha il terrore che il suo talento venga celebrato quando non potrà più goderne.

SeDici che vuoi dare una mano a Teo nella realizzazione del suo sogno, che lo stimi e lo apprezzi nella sua arte, che gli vuoi bene, allora è il momento di dimostrarlo. Nella corsa contro il tempo sembra che non possiamo fare nulla. E invece no: qualcosa di grande, seppur piccolo, lo possiamo fare tutti, ADESSO. Che si tratti di scambiarci due parole, di chiedergli come sta, di far pubblicità al suo progetto #Fiabecontrocilcancro, di dargli una mano con gli eventi o meglio ancora, di sostenerlo nella sua raccolta fondi.

Non aspettate domani per dirgli quanto era bravo o quanto era bello il suo progetto: ci sono circostanze in cui le parole non contano proprio più un cazzo. Da adesso parlano solo i fatti. Per lui, per me, per noi. Grazie a chi c’è stato, a chi c’è e a chi ci vorrà essere, che per noi fa tutta la differenza.

#Fiabecontroilcancro Cranio Randagio DuemilaSeDici Fairitales morte SeDici... sogno X Factor
by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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