Sapete in questa vita cosa fa più paura di tutto, secondo me? I legami. Sì, affezionarsi, voler bene a qualcuno. Ho visto persone allontanarsi gradualmente da qualcuno solo perché avevano deciso in autonomia che era una storia che a detta loro non poteva funzionare e quindi, meglio prendere le distanze prima che ci caschi dentro con tutte le scarpe. “Così soffrirò meno, e se soffrirò, sarà perché l’ho deciso io”. Ah, se lo dici tu…
Teo in questi giorni è molto arrabbiato con la sua oncologa. “È come se fosse il mio generale, quello che mi manda in guerra, ma poi non sappia come motivarmi”. Risente molto del fatto che non si faccia sentire, non gli risponda quando la chiama o le scrive, e quando la vede, non lo incoraggi o lo rassicuri sulle cure o sul suo futuro. Vorrebbe sentire una ragione in più per lottare proprio da chi dovrebbe guidarlo nella selva oscura della malattia. E invece si sente abbandonato a se stesso. Il legame medico – paziente è da sempre il più controverso: la teoria ti insegna a tenere il distacco per questioni di professionalità e sopravvivenza, poi nella pratica non sempre si riesce. Ma ha senso mostrare completa indifferenza verso un paziente che ha bisogno solo di una pacca sulla spalla e di un “non mollare” per continuare a vivere?
Durante la mostra itinerante che sta accompagnando il nostro progetto #Fiabecontroilcancro, stiamo regalando a tutti coloro che donano dal vivo un pezzo di filo di lana, un materiale naturale, elastico ma molto resistente, che per noi rappresenta proprio il legame instauratosi tra noi e chi sta credendo in noi. Chi ha scelto di camminarci affianco, chi non ha avuto paura di legarsi a noi. I legami sono importanti, non c’è niente da fare, e non puoi rifuggirli: si dovrebbe costruire una corazza intorno al cuore per non affezionarsi più a nessuno.
SeDici che hai paura di soffrire, che non vuoi rimanere solo, allora costruisci dei legami: non c’è modo migliore di esorcizzare le paure che affrontandole direttamente. Perché privarsi della bellezza del viaggio in compagnia solo perché non si sa se si arriverà alla cima tutti insieme? Intanto, partire insieme dà più coraggio, aiuta a non perdere la bussola, e poi qualunque cosa succederà, ci si aiuterà a superarla a vicenda. E se qualcuno non dovesse riuscire a superare il viaggio, chi rimarrà dovrà trovare la forza di arrivare in cima da solo. Per ammirare tutta quella bellezza anche per l’altro. E rendere grazie per avere avuto la fortuna di vivere quel legame. Per avere avuto il privilegio di vivere, fino in fondo.

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