Da 35 anni a questa parte ogni volta che era il momento di tornare a casa dai miei zii di Ferrara, mi prendeva un groppo alla gola difficile da spiegare e calde lacrime rigavano il mio volto. Non era solo la compagnia, l’atmosfera, il buon cibo, la confortante routine delle vacanze. Era qualcosa di più, ma non capivo mai cosa. Ora che sono di ritorno, sto piangendo, come ogni volta. Ma son lacrime diverse. Questa volta non son venuta per passare semplicemente qualche giorno dagli zii. Sono arrivata distrutta, disintegrata, con l’anima a brandelli, nascosta sotto il mio proverbiale immancabile sorriso. Avevo bisogno di venire qui. Perché sapevo di trovare la pace che mi serviva. Ma non immaginavo così. Non ho trovato solo la solita amorevole accoglienza, ma orecchie desiderose di ascoltare le mie paure, parole cariche di significato, abbracci in grado di ricomporre i pezzi del mio cuore stanco, luoghi immacolati e immersi nella natura che mi hanno curato…
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Fare l’amore
Ieri sono andata sotto alla grande quercia, che ora è anche un po’ mia. Ho messo su la playlist, quella che ho dedicato a Teo, e mi sono lasciata cullare un po’. All’improvviso, si è alzato un vento forte, e le foglie di palma accanto a me hanno cominciato ad accarezzarmi delicatamente. Ho sentito dei brividi, forti, lungo la schiena. Perché è da tanto che nessuno mi accarezza più. Mi mancano le sue dita affusolate su di me. Non credo a chi dice che del sesso si possa fare a meno o a chi dice che sta bene anche senza. Il desiderio è una cosa seria. Due corpi non diventano un’anima sola solo con le parole. Perciò chi può, appena può, costruisca insieme all’altro il suo tempio. Non per niente si dice “fare l’amore”.…
Amore è protezione
“Hai festeggiato San Valentino?”. “Sì, Teo stava bene, perciò mi ha portato fuori. Un regalo inaspettato, io così felice. E tu?”. “Io no, ma va”. “Ma dai, perché no? A breve partirà anche, gli mancherai”. “Ma va, non ce n’è bisogno”. “Magari per te. Ma per lui passare del tempo insieme è una rassicurazione. Ti racconto questo. L’altro giorno sono andata dalla commercialista a imparare la fatturazione elettronica. Niente di difficile, ma le cose amministrative/burocratiche mi mandano in crisi, tanto che son tornata a casa molto agitata, ansiosa di mettermi al pc per provare a farne qualcuna da sola. Ebbene, Teo senza dire una parola, mi si è seduto di fianco. Ho fatto tutto da sola, ma il solo averlo lì mi ha tranquillizzato. Allo stesso modo, io prima di andare a letto, lavo sempre la faccia, perché so che Teo si rasserena se lo faccio. A me non costa nulla e lui si addormenta quieto. L’amore è protezione, fare…
Il mio piccolo principe
Ero selvatica, tu mi hai addomesticata. Ero incolta, tu mi hai coltivata. Ero una fra centomila, tu mi hai reso speciale. È lo spendere del tempo per gli altri che li rende così importanti, scrissero una volta. Tu mi hai insegnato a prendermi cura di me, per poi essere completamente tua. E io che sono cresciuta col mito dello scavezzacollo, per la prima volta nella mia vita ho desiderato un principe. Sei e sarai sempre il mio piccolo principe.…
Addizione/sottrazione
Ieri sera ho visto Ivan Cottini danzare. Aveva grazia, bellezza, coordinazione, sul palco. Aveva bellezza, fama, successo, nella vita. Poi la malattia gli ha tolto tutto. O quasi. Lui danza, lui sorride, lui ha voglia di vivere. Ma nessuno sa a che prezzo li abbia conquistati. La malattia toglie il sonno, il sorriso, il vigore, la libertà, la fertilità, la serenità, la mobilità, la voce, la bellezza, un arto, due arti, l’autonomia, la dignità, un pezzo di fegato, un organo, la speranza, la voglia di lottare, anni di vita. Letteralmente. È una continua sottrazione, raramente regala, difficilmente restituisce. Il malato lo sa, per questo allontana chi gli si avvicina. Perché amare chi sta male è un continuo lavoro di addizione: devi metterci più pazienza, più speranza, più coraggio, più amore, più di tutto. Per amarlo anche là dove lui non arriva, per colmare i vuoti che la malattia inevitabilmente lascia. [Now playing: Amber run – “I found”]…
Io non ho figli. Ma ho due cani
Io non ho figli. Dicono che l’amore per i figli sia ineguagliabile, insuperabile, incommensurabile. Invincibile. Ma ho due cani. E quando venerdì sono spariti, mi sono sentita morire. E quando ci siamo messi alla loro ricerca, ero un misto di speranza e disperazione. E quando ho visto Shibu stesa a terra in mezzo alla strada, mi è mancata la terra sotto i piedi. E quando l’abbiamo portata dal veterinario, ho pregato per lei. E quando ho ritrovato Nara e l’ho stretta al cuore, mi sono messa a piangere di un pianto liberatorio. E quando mi mandano i video di Shibu dalla clinica, mi commuovo di gioia. E quando Nara esce in giardino e non rientra in casa subito, ne vado in cerca perché ho paura che non ci sia più. E quando oggi Nara è voluta salirmi in braccio, e si è abbandonata tra le mie braccia per fare la nanna, io non mi muovevo né respiravo per non svegliarla.…
Come una madre ama un figlio
Lo amo come una madre ama un figlio. Guardandolo negli occhi, per capire se sta bene. Trattenendo il respiro, per non fare rumore. Rimanendo immobile, se la paura attanaglia. Controllando se respira, mentre i sogni lo cullano. Tenendo sempre accesa la speranza, anche quando la notte si fa più oscura. Cercando di non vacillare, anche quando l’equilibrio si fa precario. Piangendo sotto la doccia, lì dove nessuno mi può sentire. Dimenticandomi di esistere, perché lui viene prima di ogni cosa. Lo amo davvero come una madre ama un figlio. E non so dire se sia bene o sia male. Ma lo amo. E questo al momento è tutto ciò che conosco di me stessa.…
La misura dell’amore
Voi sapreste quantificare l’amore? Sapreste dire quanto è giusto, quanto bisogna amare? Alcuni sostengono che il vero amore sia quello totalizzante di una madre, pronta a dare la vita per i suoi figli. Poi venne colui che ci amò sopra ogni cosa, “dando la vita per i propri amici” e invitandoci ad amare sino alla fine. Io mi chiedo se potrei amarti più di così, ci sono giorni in cui mi sembra di essere inutile, di non fare abbastanza, e alcune volte credo sia proprio così. Ma poi succede che la vita ti mette di fronte alla difficoltà, all’emergenza, al pericolo. E anche stavolta non c’è stato un secondo in cui io non abbia pensato prima alla tua vita che alla mia. Perché so che salvando te, salvo anche me stessa. Perché l’amore – quello incommensurabile – salverà entrambi.…
La costruzione di un amore
Se voi sapeste che state per perdere qualcosa o qualcuno, come impieghereste il tempo che vi rimane? Ecco, io vivo con la costante paura di non arrivare al prossimo San Valentino, insieme. Non perdete tempo a denigrare, a criticare, a ripudiare: impiegate questi minuti per celebrare l’Amore. Baciando i vostri figli, cucinando, piantando un fiore. Facendolo. E non dite: va festeggiato tutti i giorni, l’Amore. Questa è l’ovvietà più ovvia di tutti, ma ho come l’impressione che non sareste capaci di dare un bacio nemmeno a comando, voi paladini dell’amore ogni giorno. Costruite l’amore, fatelo. Ci vuole tempo, e forse un giorno potreste svegliarvi senza avercelo più. Perciò, celebratelo. E ringraziate San Valentino, che vi fa il favore di ricordarvelo.…
Hai mangiato?
Quando sono via per lavoro e chiamo Teo per sapere come sta, la prima cosa che gli chiedo è “Hai mangiato?”. E non solo perché questa cura è molto debilitante e ha bisogno di energie, ma perché se mangia, vuol dire che ha appetito, quindi che sta bene. Oggi a mezzogiorno non aveva molta fame, essendosi svegliato tardi, così a metà pomeriggio lo vedo passare dal corridoio con del tè e dei biscotti: “Posso?”, mi chiede con occhi dolci. “Devi”. Perché se mangia vuol dire che ha appetito, quindi che sta bene. Lui è l’unico per cui potrei sperimentare in cucina, per cui mi metto a cucinare col sorriso. Perché se mangia sta bene. Perché così mangia anche il mio amore. Elsa Morante sosteneva che la più bella, la più vera, l’unica frase d’amore è: “Hai mangiato?”. Oggi il mio Amore si misura in grammi di pasta, biscotti e fettine di pollo. E va bene così.…