Da 35 anni a questa parte ogni volta che era il momento di tornare a casa dai miei zii di Ferrara, mi prendeva un groppo alla gola difficile da spiegare e calde lacrime rigavano il mio volto. Non era solo la compagnia, l’atmosfera, il buon cibo, la confortante routine delle vacanze. Era qualcosa di più, ma non capivo mai cosa.
Ora che sono di ritorno, sto piangendo, come ogni volta. Ma son lacrime diverse. Questa volta non son venuta per passare semplicemente qualche giorno dagli zii. Sono arrivata distrutta, disintegrata, con l’anima a brandelli, nascosta sotto il mio proverbiale immancabile sorriso.
Avevo bisogno di venire qui. Perché sapevo di trovare la pace che mi serviva. Ma non immaginavo così. Non ho trovato solo la solita amorevole accoglienza, ma orecchie desiderose di ascoltare le mie paure, parole cariche di significato, abbracci in grado di ricomporre i pezzi del mio cuore stanco, luoghi immacolati e immersi nella natura che mi hanno curato gli squarci nell’anima.
Ora mi è chiaro il motivo perché mi è sempre così difficile tornare a casa da qui: perché qui ho ritrovato quel senso di famiglia che avevo e che mi è stato strappato.
Potrei essere incazzata per tutte le botte che la vita mi ha dato, ma non riesco a smettere di sorridere e di essere immensamente grata e felice per avere anche loro nella mia vita. Ho perso uno dei punti fermi più importanti nella mia vita, ma è bello sapere di averne anche altri, un rifugio sicuro dove tornare quando mi sento sola.
Perché un po’ sola in questo mondo ora mi ci sento, ma qui ho realizzato la cosa più importante di tutte: non si è mai soli quando si è amati davvero. E io sono fortunata perché lo sono. E tanto.
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