Quest’anno sto faticando e non poco a sentire lo spirito del Natale, nonostante tutt’intorno sia già festa. E non perché voglia fare la bastian contrario. Ma ultimamente la vita mia e di chi amo è una strada inerpicata e faticosa, piena di rovi e pericoli. Il fatto di non sapere come arriveremo a Natale, e come lo festeggeremo, mi inquieta. Perché per me Natale son le piccole tradizioni che in questa vita abbiamo creato insieme e che la malattia sta provando a portarci via. Anche stamattina pareva cominciata nel peggiore dei modi – Nara è scappata, causando un crepacuore a me e una caduta a mio suocero -, ma poi la giornata ha preso una piega diversa, con un complimento da parte di una collega e con una mail di una persona che ha rispettato la parola data, facendomi un regalo enorme. E poi c’era il sole, dopo giorni di pioggia. E una giornata di sole non può essere una…
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Nessun dolore
Stasera durante la mia prima ricostruzione gel, l’estetista ripulendomi le unghie dalle cuticole, mi dice: “Sentirai un po’ di dolore”. Passa l’attrezzo, ma non sento nulla. “Senti male?”. “Nulla”. Cambia la punta, la ripassa: “Ora?”. “Nulla”. “Caspita, che soglia del dolore alta”. Sì, ho sempre saputo sopportare il dolore molto bene, che fosse un mal di testa o una pessima notizia: ciò che per gli altri sono lacrime e disperazione, per me non è quasi nulla. Quasi come se avessi fatto il callo al dolore, così come la pelle intorno alle mie unghie si è ispessita per non soffrire. Ho avuto più fendenti nell’anima che nel corpo: ma poi che differenza fa? Perché alla fine si dice che sia la gioia ad annientare il dolore. Cazzate. È il dolore ad anestetizzare il dolore. La gioia invece ti restituisce il sorriso, quindi la vita.…
Il Golden Ticket di Willy Wonka
Esterno, giorno. “Guarda, guarda, la pasticceria dell’anno scorso… e vendono ancora le tavolette di Willy Wonka!”. “La compriamo, vuoi?”. “Sì, sì! Ma poi ci sarà davvero dentro il golden ticket? E chi lo vince, che vince? Che poi noi due non possiamo nemmeno più mangiarlo, il cioccolato…”. “Già! A dire il vero, quello dell’anno scorso non l’abbiamo nemmeno mai scartato per vedere se c’era il biglietto d’oro…”. “Perché non abbiamo bisogno di aprirlo per sapere che siamo già fortunati, nonostante tutto”. Bacio, mano nella mano. “Andiamo, ti amo”. “Ti amo”.…
Le cose che contano davvero
Si può essere tristi per una cosa bella? A me è capitato oggi. Dopo l’ennesima visita in cui Teo deve fare l’ennesimo controllo, anche se per un nonnulla, sono crollata. L’altro giorno ho ritirato le mie analisi del sangue: valori tutti perfetti. Ma non sono riuscita a gioirne. E non capivo il motivo. Oggi la rivelazione: come si può essere felici quando chi ami non sta bene? È come sentirsi in colpa per una colpa che non si ha. Oggi a pranzo tra le lacrime ho esclamato di getto: “Vuoi un po’ della mia salute?”. E Teo: “Sì”. E gliela darei davvero, se potessi, perché sarebbe per lui il regalo più prezioso. Abbiate cura di voi stessi e della vostra felicità: senza retorica, la salute è davvero tutto ciò che conta. Perché se state bene riuscite a godervi anche le più piccole cose, come un pomeriggio di sole in un prato con due monelle pelose e Bambi.…
In bocca al lupo, Cappuccetto Rosso!
E così, eccoti anche qui. In una delle gallerie più prestigiose di Milano a esporre per la prima volta le tue opere fotografiche. La mia preferita è quella di Cappuccetto Rosso: in mezzo a una selva intricata e oscura, spicchi tu, a illuminare la scena. Sa solo Dio quante selve hai dovuto attraversare, dove il maligno da affrontare non era il lupo cattivo, ma i tuoi demoni, ma chissà come, sei sempre stato tu la luce, il faro a illuminare il cammino. Ti dai un obiettivo e come per magia, questo si avvera. Mi piace pensare che sia perché dentro di te hai già ben chiara la tua strada. Ma mi piace prendermi anche una parte di merito: perché a nulla serve aver chiare le proprie follie se non si ha accanto un complice pronto ad assecondarle e a spronarti a inseguire i tuoi sogni. Perciò, eccomi: a dirti che sono fiera di te per tutto quello che fai, ma…
Tornare indietro non è mai stata un’opzione
E sono 17. La domanda che più mi sono sentita porre in tutti questi anni è stata: “Ma come avete fatto?”. Lasciate che vi racconti una storia. L’altro giorno abbiamo deciso di raggiungere una malga in quota. Le previsioni meteo non erano delle più rassicuranti, ma ci siamo vestiti e siamo partiti. Dopo qualche km, ha cominciato a rannuvolarsi e a tuonare in lontananza. Dapprima ha iniziato a cadere qualche goccia leggera. “Dobbiamo tornare indietro?”. “Ma no, sarà un piovasco di montagna”, mi ha risposto Teo, piedi piagati dalla chemio e un ginocchio fuori uso. Così proseguiamo, fino a che le gocce non si intensificano. Facciamo appena in tempo a indossare i kway e a ripararci sotto un capanno, che vien giù il finimondo: acqua a catinelle e vento. Sotto al bivacco non eravamo soli, c’erano altri turisti, ma tutti meglio equipaggiati di noi: scarponcini da trekking, calze tecniche, kway professionali, ricambio asciutto, zaini impermeabili e ombrelli. Noi scarpe da…
Il nostro Paese delle Meraviglie
Non è stata una settimana da ridere, anzi. Eppure non ho mai visto Teo ridere così tanto. Un sorriso che gli attraversava il volto, da orecchio a orecchio. Un sorriso pieno, di cuore, con gli occhi. Un sorriso che mancava da troppo tempo. Da tanto, le persone ci chiedevano: “Allora, a quando un altro cane?”. Non siamo tipi da programmare le cose, la vita non ce lo consente più. Così metterci lì a tavolino e recarci a un canile non era cosa per noi. “Quando sarà il momento, succederà”. È successo adesso. E io mi dico che non è un caso. Era il momento giusto. Papà è tornato a sorridere, nonostante tutto. Il Cappellaio Matto sosteneva che per trovare il Paese delle Meraviglie bisogna circondarsi di persone che ci facciano sorridere il cuore. Il Paese delle Meraviglie è la nostra meta finale: qualcosa mi dice che il cammino con voi sarà molto più semplice.…
Un cuore a quattro piazze
“Quando ci siamo messi insieme, sapevo già che saresti stata per sempre”. “Io non voglio semplicemente curarmi, io voglio guarire”. Teo non è mai stato uomo da mezze misure, o tutto o niente. Quando lui fa una cosa, decide una cosa, sceglie una cosa, punta sempre al massimo. All in, direbbero a poker. Lui scommette tutto, mette in gioco tutte le sue speranze e le sue aspettative, ma non resta ad aspettare, no. Fa in modo che le cose succedano. E poi vadano bene. E quasi sempre vanno come dice lui. È una sorta di lucida follia, dove tutto sembra in balia del caso, ma no, tutto è calcolato. Sebbene poi deciso, cogliendo l’attimo. Così è stato l’altro giorno. Siamo partiti per un weekend di lavoro, siamo tornati con il cuore allargato. “Me le dia tutte e due. O due o niente”. E così, ecco che la nostra famiglia è diventato un cuore a quattro piazze: con noi ora ci…
Ogni giorno è buono per festeggiare
“Hai già messo su i ceci?”. “Sì, adesso adesso. Perché?”. “Avevo voglia di uscire a pranzo. Andiamo al Punto felice?”. “Bella idea”. “Ho voglia di festeggiare, anche se non so bene cosa”. “Festeggiamo i nostri progetti, il mio contratto, il tuo sorriso, la tua bellezza, la primavera, la nostra vita insieme, il sole, la felicità. Il nostro amore”. “Giusto, andiamo”. “Ti amo”. “Ti amo”.…
La felicità della semplicità
Tanti pensano che la felicità stia a km di distanza. Che se non sono felici è perché non hanno la felicità a portata di mano. Ebbene, l’altro giorno avevo il cuore che mi scoppiava di gioia, tanto da pensare di aver vissuto la giornata perfetta. Nonostante fosse lunedì, nonostante mi sia svegliata prestissimo. Siamo andati in un liceo a parlare con degli adolescenti pieni di sogni, poi giretto nel centro di una delle mie cittadine del cuore, poi abbiamo comprato il regalo a una delle nostre più care amiche. Poi, due spaghi lungo il Naviglio, una passeggiata in mezzo alla natura, l’avvistamento di uno scoiattolo e una papera che provava a difendere il suo stagno, morsicando il calcagno di Teo. Tante risate e il sorriso di Teo, che mi ha riempito il cuore. Ero felice, a soli 5 km da casa. Perché avevo con me tutto il necessario per esserlo.…