Ognuno ha i suoi modelli cui ispirarsi. La mia eroina non sta sui libri di storia, ma è stata e continua a essere una femminista a modo suo. Si chiama Carrie Bradshaw e quando comparve sugli schemi 23 anni fa, io ero ancora troppo piccina per coglierne il senso. Recuperai qualche anno dopo e ne rimasi folgorata: è grazie a lei, se ho deciso di seguire il mio cuore, diventando giornalista di costume e abbandonando un posto sicuro in Comune. È grazie a lei se ho speso millemila euro in scarpe, borse e vestiti. È grazie a lei se ancora oggi sogno di avere la mia rubrica sull’amore e il sesso su un quotidiano o una rivista (e l’avrò, lo so). Anni fa la mia allora caposervizio – oggi carissima amica -, intuendo la mia affinità col personaggio di Sex and the City, mi fece uno dei regali più belli mai ricevuti: la catenina col mio nome in corsivo, identica…
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La tua ultima intervista
Questa all’apparenza potrebbe sembrare solo un’intervista. Ma non lo è. Questo è un dono grande, immenso, che il destino ha voluto farci. Il destino che stavolta ha preso le sembianze di Angela Iantosca, direttore di “Acqua e Sapone”. A febbraio, appena cominciato il lockdown, mi scrive: “Francesca, raccontiamo la vostra storia?”. Con il tempo lento della chiusura forzata, prende forma il come: “Perché non intervisti tu lui?”. Nessuno sapeva che questa sarebbe stata la sua ultima intervista. E per questo sono infinitamente più felice che sia stata io a fargliela. Eravamo emozionati, tuttora quella rimane una delle mattinate più belle della nostra vita insieme. Ne è uscita non un’intervista, ma una dissezione a cuore aperto: risposte che sono eredità di senso, risposte per la vita. Da qui traspare com’era lui: il suo attaccamento alla vita, la sua fame di sogni – “Sto lavorando per il mio lieto fine”, recita il titolo -, il suo amore per me. “Quando ti dico…
Una storia coraggiosa
“Franci, ciao. Senti, il direttore vuole fare un numero tutto incentrato sul coraggio. Ti va se racconto di te e Matteo?”. Non capita mai che si parli di me, infatti inizialmente avevo capito fosse un’intervista per Teo. E invece stavolta no, sono io. Volevano parlare di me. E ho acconsentito per due motivi principalmente: il primo è che a chiedermelo è stata una collega della quale ho una stima e ammirazione immensa. Quindici anni fa, quando sognavo di fare questo mestiere, sfogliavo Elle – una delle mie riviste preferite – e quando incappavo in uno dei suoi articoli, mi soffermavo per leggerli tutti, dall’inizio alla fine, auspicando di diventare brava almeno la metà di quanto lo era (ed è) lei. Il secondo è che si parla tanto dei malati, ma poco di chi sta loro accanto. E così, eccoci qui, a doppia pagina sul numero di F in edicola questa settimana: c’è la nostra storia, che è una storia di…
Buon Primo Maggio un cazzo
Finché ti cercano per le tue capacità, ma poi “Ah, perché, ha un costo?”. Finché ci sarà sempre il cugino Pino che sa scrivere, fare siti, creare… meglio di un professionista. Finché vorranno pagarti una caciotta e una banana, “perché che ci vorrà mai a mettere insieme due parole?”. Finché ci saranno pezzenti che accetteranno condizioni inique pur di “lavorare”. Finché non ci sarà rispetto per chi si fa il culo nei bassifondi e dal giorno alla notte ti lasceranno senza lavoro. Finché terranno buoni gli imprenditori promettendo loro mari e monti, salvo poi non concedere loro nemmeno l’ombra di un prestito, e costringendoli a chiudere. Finché manderanno i miei amici operai in fabbrica senza garantir loro il minimo sindacale dei dispositivi sanitari. Finché l’informazione sarà affidata a chi scrive “affianco”, intendendo accanto. Finché si discuterà del prezzo di ogni cosa, senza mai prenderne in considerazione il valore. Finché sarà l’occasione per fare la festa AI lavoratori, e non DEI…
L’amore è un biglietto da visita
Voi lo sapete che cos’è l’amore? Lasciate che vi racconti una storia. Oggi, metà pomeriggio. Suonano alla porta. È il corriere. È un pacco per Teo. Non mi aveva detto nulla, ma non è così insolito: ogni tanto fa acquisti compulsivi online. Lo ritiro e lo avviso. “Guarda che è arrivato un pacco per te”. “Aprilo”, mi scrive. Ok, penso tra me e me, magari vuole solo vedere se è l’articolo giusto. Non appena lo apro, scopro con grande sorpresa che era un pensiero per me: era da tanto che dovevo rifornire i biglietti da visita, ma non era mai in cima alle mie priorità. Be’, ci ha pensato lui, ridisegnandolo anche nel concept. Ecco, credo che l’amore sia questo: arrivare dove l’altro non arriva, facendogli sentire il nostro amore quando non siamo presenti. Condito da un: “Sono felice quando sei felice”. La ciliegina sulla torta.…