Questa all’apparenza potrebbe sembrare solo un’intervista. Ma non lo è. Questo è un dono grande, immenso, che il destino ha voluto farci. Il destino che stavolta ha preso le sembianze di Angela Iantosca, direttore di “Acqua e Sapone”.
A febbraio, appena cominciato il lockdown, mi scrive: “Francesca, raccontiamo la vostra storia?”. Con il tempo lento della chiusura forzata, prende forma il come: “Perché non intervisti tu lui?”. Nessuno sapeva che questa sarebbe stata la sua ultima intervista. E per questo sono infinitamente più felice che sia stata io a fargliela. Eravamo emozionati, tuttora quella rimane una delle mattinate più belle della nostra vita insieme.
Ne è uscita non un’intervista, ma una dissezione a cuore aperto: risposte che sono eredità di senso, risposte per la vita. Da qui traspare com’era lui: il suo attaccamento alla vita, la sua fame di sogni – “Sto lavorando per il mio lieto fine”, recita il titolo -, il suo amore per me.
“Quando ti dico che il mio cuore ti appartiene è la verità: me ne accorgo durante le mie crisi respiratorie, quando tu mi metti la mano sul cuore e mi dici: “Respira piano”. Lui non ascolta mai me, ma te, sempre”, mi hai detto.
Quanto avrei voluto che anche all’ultima tua crisi, fossi riuscita a salvarti solo con la mia mano sul tuo cuore. Non è bastato, e solo Dio sa quanto mi manca sentirlo battere. Ma tu mi batti dentro, tu sei la mia parte migliore adesso. Cuore nel mio cuore, Amore che rende più forti.
No Comment