Grazie Niccolò Sono una Bilancia, anche se con la bilancia non ci vado affatto d’accordo. Oscillo tra la gioia e il senso di abbandono, la luce fortissima che ti acceca e il buio che ti confonde, sono capace di momenti leggeri e di riflessioni pesanti. Amo il sole, ma anche la notte. Sono caciarona ma anche insospettabilmente profonda, profondissima. Un oceano. Più passa il tempo, più ne sento ineluttabile il peso. Sono giovane, eppure mi trovo spesso a pensare alla fine. Lo dico spesso scherzando, ma nemmeno poi troppo: “Me ne andrò presto, a 35 non ci arrivo”. Può darsi. Sto per fare 32 anni, me ne sento addosso almeno 120. I pensieri e le preoccupazioni non sono state certo commisurate all’età: quando gli altri in settimana pensavano solo a cosa fare nel weekend, io pensavo a se riuscivo a incastrare tutto quanto per poter andare in ospedale con il mio compagno. Gli altri tuttora hanno come unica preoccupazione…
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Chi dice che l’amore è bello è un bugiardo
“Non è più baci sotto il portone, non è più l’estasi del primo giorno, è una mano sugli occhi prima del sonno. È questo che sei per me”. Niccolò Fabi L’amore è complicato. Un vero casino. A tratti una merda. Più sacrifici che soddisfazioni. Non sto parlando dell’innamoramento, no. L’amore è un’altra cosa. È quando il giorno prima lo vorresti picchiare e quello dopo non potresti vivere senza; è quando piangi tutto il giorno e hai gli occhi talmente gonfi da bruciare, ma poi lo vedi e tutto passa; è quando ti giri e ti rendi conto che avete costruito tanto insieme, nonostante ogni giorno sembra che no; è qualcosa che ha a che fare con la pazienza e la lungimiranza e l’aspettare qualcosa che, quando arriva, no, non si esaurisce l’entusiasmo; è quando maledici il giorno che l’hai incontrato perchè mannaggialcazzo, io avevo dei sogni – l’abito bianco, la staccionata bianca, due bambini, un cane – e ora…
Vince chi molla
“La salvezza non si controlla… Vince chi molla”. Niccolò Fabi Ci hanno insegnato ad accumulare, a trattenere, ad avere, a possedere. E infatti, le persone le reputiamo di nostra proprietà, non un dono, ma un acquisto. Ma degli acquisti prima o poi ci si stanca, ce ne si disfa quando non servono più. Dei doni no. Ci hanno insegnato a vincere, che De Coubertin era un coglione, perché si accontentava e chi si accontenta è infelice a prescindere, a raggiungere il successo a ogni costo, a stare sempre un passo avanti, ad avere sempre l’ultima parola. Ma dopo l’ultima parola di solito cala il silenzio. E silenzio può voler dire solitudine. Per anni ho accumulato: beni, ricchezze, parole, incomprensioni, rospi. Per anni ho voluto vincere: nelle competizioni, sul lavoro, nelle discussioni. Ed ero povera. E non avevo niente, quando in teoria avrei dovuto aver tutto. Poi sei arrivato tu. Che mi hai insegnato a lasciar andare, a non trasformare tutto…
E se non ci fosse più tempo?
Dedicato a te. Manchi. Franco aveva il sole negli occhi, e anche un velo di tristezza, ma appena accennato, visibile solo a chi non poteva mentire perché lo conosceva troppo bene. Franco amava stare in compagnia e condividere tutto: il cibo, le esperienze, la vita che passava, anche le paure e le delusioni. Amava gli abbracci, perché quando lo faceva non ti lasciava andare più, stringeva e stringeva, come se avesse dovuto essere l’ultimo. E se l’avessi saputo che quello sarebbe stato il nostro ultimo, non ti avrei più lasciato andare. Franco se n’è andato in una gelida notte d’inverno, ormai due anni fa, a bordo della sua auto. Amava guidare, vivere veloce e così se n’è andato. Uno schianto, e poi la notte. Franco era un mio amico, un amico di famiglia, poi diventato un fratello per me. Entrò nella mia vita, dopo essere entrato in quella di mia sorella, era il suo ragazzo, il suo ‘morosino’ alle…