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settembre 25, 2017

Una mano sugli occhi

  • Strettamente personale

Grazie Niccolò

 

Sono una Bilancia, anche se con la bilancia non ci vado affatto d’accordo. Oscillo tra la gioia e il senso di abbandono, la luce fortissima che ti acceca e il buio che ti confonde, sono capace di momenti leggeri e di riflessioni pesanti. Amo il sole, ma anche la notte. Sono caciarona ma anche insospettabilmente profonda, profondissima. Un oceano.

Più passa il tempo, più ne sento ineluttabile il peso. Sono giovane, eppure mi trovo spesso a pensare alla fine. Lo dico spesso scherzando, ma nemmeno poi troppo: “Me ne andrò presto, a 35 non ci arrivo”. Può darsi. Sto per fare 32 anni, me ne sento addosso almeno 120. I pensieri e le preoccupazioni non sono state certo commisurate all’età: quando gli altri in settimana pensavano solo a cosa fare nel weekend, io pensavo a se riuscivo a incastrare tutto quanto per poter andare in ospedale con il mio compagno. Gli altri tuttora hanno come unica preoccupazione il da farsi nel weekend: forse son messa meglio io, va. Quando agli altri ‘capitava’ un figlio o pensavano a metterlo in cantiere, io ero combattuta tra il volerlo fortissimo e il dire: “Ma che futuro avrà lui, se qui non lo abbiamo assicurato nemmeno noi?”. Il mio oscillare tra la follia e il senso di responsabilità. Ma è facile essere folli quando hai il culo parato. Già.

Sono giorni che ascolto come un’ossessione la mia canzone preferita, in assoluto. Una canzone che sembra scritta per me, per noi. Finora non l’avevo compresa appieno, poi ieri l’epifania: ho sognato di cantarla al mio matrimonio, sì, un regalo mio per lui. Se sarà, ci sarà. Nel sogno la cantavo e con il pensiero accompagnavo ogni frase. Fino all’ultima. Che dice: “Non è più baci sotto un portone, non è più l’estasi del primo giorno, è una mano sugli occhi prima del sonno, è questo che sei per me”.

Non riesco a pensare a momento più straziante di quando tocca lasciare andare qualcuno che si ama. Non voglio pensarci. Per questo, mi ritrovo spesso a pensare di essere io la prima ad andarsene, quasi a desiderarlo: occorre grande forza d’animo, grande forza e basta per essere la mano sugli occhi di qualcun altro. Per restare qui senza una ragione per vivere.

Una vita altruista e una fine egoista. Sono una Bilancia, oscillo.

Un cerchio che si chiude.

Foto da Youtube
amore fine Matrimonio morte Niccolò Fabi pensieri
by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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