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luglio 29, 2012

E il Principe Azzurro?

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Attenzione! Questo post contiene spoiler sul film Biancaneve e sul libro Cinquanta sfumature. Lettori avvisati… mezzi salvati! 🙂

Questa settimana mi sono concessa il lusso di andare al cinema a vedere l’ultima versione di Biancaneve, quella con la magnifica Charlize Theron nei panni della malvagia matrigna Ravenna e di Kirsten Stewart, alias Biancaneve. Questa settimana ho anche quasi finito di leggere il primo libro della trilogia che sta spopolando tra il pubblico femminile, ovvero quella firmata da E. L. James, ‘Cinquanta sfumature’, la torbida storia di passione, sesso e dolore tra Ana, la studentessa modello ‘sono-timidina-ma-capace-di-tutto’, che viene educata al piacere (e alla vita) da Mr Grey, il super miliardario super figo, dagli occhi tenebrosi, i modi prepotenti e dalle voglie irreprimibili.
Ora, che c’entrano queste due storie, all’apparenza così lontane, l’una con l’altra? Secondo me, c’entrano, eccome. Un minimo comune denominatore ce l’hanno: noi donne e la nostra irrefrenabile passione per gli stronzi.

Andiamo per ordine: prendiamo Biancaneve, una povera principessa che per sua sfiga, essendo la più bella del reame ed avendo una matrigna psicopatica e con gravi turbe dall’infanzia, viene rinchiusa in una torre per circa sei anni. Quando riesce a fuggire, si ritrova dopo una corsa a rotta di collo in mezzo a una foresta oscura, abitata da mostri e melma, con alle calcagna gli scagnozzi della regina, capitanati dal Cacciatore, rozzo, maleducato, ubriacone, ma ovviamente bello come il peccato, che ha l’incarico di strapparle il cuore. Dopo aver cambiato idea, decide di risparmiarla, guidandola fuori dalla selva pericolosa, non senza qualche rifiuto o qualche alterco, che porteranno però a qualcosa di più. Ma tra i due si immischia il principe William, amico d’infanzia della bella e da sempre segretamente innamorato, che con il suo fare gentile e premuroso, indurrà Neve a baciarlo. Peccato che sia la malefica regina sotto false sembianze, la quale porgendole la mela, la avvelena per sempre. Ed ecco il colpo di scena: a risvegliarla non è il bacio del bel principe, come ci si aspetterebbe, ma le labbra del rude maschio, che fino a quel momento la respingeva, ben sapendo che il suo cuore batteva per lui. Eccoci qua, ci risiamo: nell’algebra dei sentimenti, il teorema dice che tra due uomini, di cui uno dolce, cotto e protettivo, e l’altro, rude, stronzo e nu poco cafunciello, la donna sceglierà sempre (o quasi) il secondo, ben consapevole che magari la farà soffrire, la tratterà male, le strapperà il cuore. Questione di ormoni? La bellezza virile e villosa tira di più di quella efebica e dai lineamenti gentili? Può darsi.

Però, una cosa non mi torna: se in cuor nostro, sappiamo già cosa vogliamo, o meglio chi, perché illudere allora il terzo incomodo, che non aspetta altro che un nostro cenno, come un cagnolino scodinzolante? Nel film, Biancaneve, come tutte le donne, chi più chi meno, tira fuori il suo lato un po’ svenevole, il suo femminino più spiccato e bacia il Principe. Perché? Se lei sa già in cuor suo di volere il Cacciatore, perché fare la gatta morta con William? A questo punto, una conclusione mi sovviene: chi s’assomiglia si piglia, quindi tra stronzi ci si merita. Perché in queste situazioni, mi spiace, ma non riuscirei mai a consolare una donna in lacrime “Perché lui mi tratta di merda” o “Perché mi ha lasciata senza spiegazioni valide”. Non sono il tipo da solidarizzare con un’amica, solo in quanto donna, credo che ognuno, essendo grande e vaccinato, sappia a cosa va incontro, compiendo determinate scelte. Alcune mettono le mani avanti, dicendo: “Eh, ma noi donne abbiamo questo spirito da crocerossina, vogliamo salvare questo tipo di uomini a tutti i costi”. E se non volessero essere salvati? Ma poi da cosa? Da loro stessi? Per nostra natura, siamo predestinate al dolore e alla fatica, alla sopportazione stoica e alla privazione. Dice la Bibbia, infatti: “Partorirai con dolore”, ma non mi sembra riporti anche “Sopporterai qualunque tipo di stronzo e ti struggerai per lui”. Questo mi fa capire che chi sceglie di stare appresso ai vari ‘Darth Vader dei sentimenti’ di turno, lo fa per scelta e con cognizione di causa. Cresciute a pane e principe azzurro, una volta che ci si para davanti, pronto a renderci felici per tutta la vita, lo rifiutiamo e lo gettiamo via per il primo tenebroso che ci promette momenti di follia, sesso da capogiro, ma… “Mi spiace, ma non mi voglio impegnare” o “Mi spiace, sono pazzo e non so se voglio cambiare”.

È il caso dell’ultimo bestseller ‘Cinquanta sfumature’, in cui la timida Ana viene ‘svezzata’ e svegliata dal ricchissimo e bellissimo Christian, il cui unico pensiero per tutta la durata del libro, sembra essere: “Come posso sedurla oggi?”. Una storia che non si capisce se sia d’amore o di sesso, in cui lei è persa di lui (ettepareva!), lui è preso da lei, ma non può reprimere il suo vero io, proponendole un contratto che se sottoscritto, lo farebbe diventare il suo Dominatore e gli darebbe l’autorizzazione a sottoporla alle follie sadiche, alle perversioni e alle sevizie del suo ego malato. Ora, qualsiasi donna dotata di buon senso e di un minimo di dignità scapperebbe a gambe levate. Invece, lei seppure tentenni, continua a rimanere con lui, si fa appendere come un salame nella Sala delle Torture, si fa sculacciare e tutto per che cosa? “Perché non voglio perderlo” oppure “Perché scopa così bene”. È una strana moneta il piacere, che ci fa vendere noi stessi in cambio di un’illusione di felicità. Parole forti, scene di sesso descritte con dovizia di particolari e una ragazzina in balia delle sensazioni, di emozioni travolgenti, a cui non era preparata.

E noi, siamo preparate? Siamo pronte a non essere schiacciate dal senso di colpa che una simile storia scatena nelle nostre viscere? Dopo secoli a lottare per conquistare la parità in fatto di diritti con i nostri colleghi uomini, oggi possiamo dire di lavorare come loro, di poter votare come loro, di scegliere come loro, ma… di vivere il sesso come loro, siamo davvero capaci? Nel libro, Ana piange perché lui la fa sentire inadeguata, usata, le riempie il corpo ma non il cuore e rivedo in lei tutte quelle donne che si buttano a capofitto in storie senza senso, vantandosi dicendo “Ah, ma è solo sesso!” e poi ne escono con l’ego distrutto, le ossa a pezzi, gli occhi gonfi e il cuore spezzato. E il bello è che lui ci aveva dato tutti i segnali, ci aveva avvertito che ci saremmo fatte solo male, ma niente, non è bastato. Più una cosa è proibita, più ci attira, perché siamo irrimediabilmente attratte dal lato oscuro dell’amore, sebbene non siamo ancora capaci di gestirlo.

Del resto, siamo ancora qui a sognare il principe azzurro sul cavallo bianco, perché a quello siamo state abituate sin da piccole, senza essere state avvisate però che il male può essere di gran lunga più seducente. E allora non ci resta che scegliere, con la consapevolezza però che se optiamo per lo stronzo, la strada di ritorno dagli inferi per ritrovar noi stesse, se le cose dovessero andare male, potrebbe essere molto lunga e travagliata.

Forse la cosa migliore da fare è sedersi e ascoltarsi, ascoltare le proprie priorità, capire cosa si vuole da una storia e cosa siamo disposte a dare. Forse abbiamo solo bisogno di essere salvate da noi stesse, di riscoprire quell’uomo che dietro a una carezza e a una rosa, ci faccia ritrovare ciò che in anni di lotte e conquiste, la maggior parte di noi ha perso: la gentilezza del cuore e la tenera vulnerabilità dell’essere donna.

amore biancaneve cinquanta sfumature principe azzurro sesso stronzi
by Francesca Favotto | 5 comments
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5 Comments

  1. Rossella says:

    Il Principe Azzurro è la negazione dell’uomo che sposerai. Dunque è inutile coltivare questo mito. Certamente la nobiltà d’animo è una caratteristica che non può mancare in un uomo insieme alla generosità. L’educazione è importante ma non passa necessariamente dalla cultura di un uomo, la bontà vale molto più del sapere e delle mode che ad anni alterni propongono un ideale d’uomo via via diverso dal precedente. Oggi l’uomo da sposare è il più “abile”. Ieri era il più onesto. Faccia lei! Il sapere e l’eleganza formale senza la bontà non giovano a nessuno: infatti la poesia si nutre dello stupore di chi ignora e di chi ignorando riconosce la bellezza con il cuore e non la disperde! Infatti un tempo c’era più ignoranza ma si dava più valore ai legami affettivi. Se ne avvertiva il peso e non si capiva cosa ti legasse ad una persona. Si rispettava il mistero! L’amore è ignorante per definizione. Secondo me la purezza del sentimento alla fine vince anche se l’uomo è rude per gli altri. nell’amore gli altri non contano, contano solo le regole del cuore! Altrimenti che amore è? L’amore ci trasforma! Sono certa che mi troverei a mio agio con quello che lei definisce un “cafunciello”. Cafunciello o no l’importante che abbia voglia di lavorare onestamente e che condivida i miei valori e le mie speranze! Un saluto 🙂

    9 anni ago · Rispondi
  2. merinpuntadipiedi says:

    applausi. devo rilinkare a destra e a manca questo post. che il verbo si diffonda!

    9 anni ago · Rispondi
  3. Francesca says:

    Cara Rossella, scusa se ti rispondo solo ora. Io nel mio post intendevo l’uomo stronzo, quello che ci fa soffrire perché vittima del suo ego, quello che viene prima lui che noi, quello che si diverte a prenderci in giro… e da cui noi spesso ci facciamo imbambolare. Non certo l’uomo ignorante, nel senso di poco istruito, contro il quale non ho proprio nulla, anzi. Colto o no, l’importante è che ci ami e che ci rispetti.
    @Mary: rilinka e diffondi, ora! 😛

    8 anni ago · Rispondi
    1. Rossella says:

      Perfetto! Condivido il tuo punto di vista! I boriosi non mi sono mai piaciuti e ci tenevo a puntualizzare la questione dell’ignoranza perché spesso molti arrivano a vergognarsi dei loro stessi genitori per la stessa ragione! Quando vedo queste cose mi cade un velo di tristezza davanti al cuore! E’ bello andare orgogliosi di chi ci ama e l’amore non ha titoli di cui fregiarsi! La cosa più bella è tornare a casa e condividere il silenzio quando la giornata, nella sua dimensione pubblica, ti svuota di quello che sei dentro. L’esteriorità e l’etichetta non fanno parte della coppia per come la intendo io. Un saluto e buone vacanze!

      8 anni ago · Rispondi
  4. Cinquanta sfumature… di noia | We for Wedding says:

    […] ai libri. Del primo avevo già accennato in uno dei precedenti post, dove mi chiedevo perché noi donne vogliamo sempre l’uomo stronzo al nostro fianco se poi non […]

    8 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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