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agosto 23, 2013

Undici

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Alle parole ho sempre preferito i fatti.

Io che ti vedo contro il frigo dei gelati all’oratorio e rimango fulminata. Il nostro primo esercizio insieme a pallavolo. Tu che imbranato mi chiedi se all’oratorio fanno tornei di calcetto. Io che imbarazzata ti chiedo il numero. Noi che usciamo insieme una volta. Tu che parti. Io che parto, ma ti penso. Io che ti chiamo dall’Irlanda, non una ma cento volte. Noi che ci rivediamo dopo le vacanze. Io che non resisto e te lo devo dire che sì, insomma, mi piaci. Tu che idem. Noi che ci diamo il primo bacio sotto le stelle davanti al nostro castello. Il nostro primo “Ti amo”. Tu che continui a giocare a calcetto. Io che ti vengo a vedere. Tu che mi fai arrabbiare. Io gelosa che ti sto per far cadere cellulare e chiavi della macchina nel tombino. Tu che mi abbracci. Noi che ci amiamo per la prima volta. E poi per la seconda, e la terza, e milioni di volte. Tu e i tuoi soprannomi bizzarri. Tu che mi fai ridere. Tu che mi perdoni. Io che insieme a te mi dimentico dei problemi. Io che grazie a te sono cambiata. Tu che mi sproni a migliorare. Tu che mi hai insegnato la forza dei sogni e a credere in me stessa. Tu che cambi università. Io che ti dico che invece devi cambiare dentro. Tu che stai male. Io che non credo di farcela, e invece. Tu che esci dalla sala operatoria. Io che ringrazio che stai bene, che ce l’hai fatta. Tu che combatti, io che sono al tuo fianco. Le tue chemio, le mie preghiere. Le nostre prime partitelle al parchetto. Tu che segni il primo gol della tua nuova vita. La nostra prima vacanza insieme. Il nostro primo mare. Tu che scrivi il tuo primo libro. Io che credo in te. La tua nuova squadra di calcio. Io che ti vedo sorridere di nuovo. Tu che corri, tu che segni. Io che esulto. Tu che riprendi a vivere. La tua seconda operazione. Io che non ci posso credere, ma non mollo. Tu che mi guardi dal tuo letto, io che ti dico che andrà tutto bene. Io che mi laureo. Tu che nonostante tutto, ci sei, ci vuoi essere. Tu che sei orgoglioso di me. E io della tua personalissima vittoria. Tu che ricominci a scrivere e a fare progetti. Noi che nonostante la malattia sogniamo una vita migliore. Io che ti organizzo una festa di compleanno con tutti i tuoi amici. Noi che diamo vita a un gruppo e organizziamo gli eventi più fichi che esistano. Noi che insieme siamo grandi. Tu che mi convinci a spedire il cv che poi mi avrebbe cambiato la vita. Noi che ci piace guardare un sacco di film. Noi che amiamo metterci a tavola e guardare le puntate delle nostre serie tv preferite. Io che mi commuovo davanti a certe scene, tu anche. Noi che la nostra vita non sarebbe stata la stessa senza il nostro Mogwai. Tu che ami trascinarmi nei giocogiri con Buzz in campagna. Io che alla fine li adoro. Noi che parliamo di tutto, mentre camminiamo, mentre mangiamo, prima di dormire. Io che adoro addormentarmi tra le tue braccia e infilarmi d’inverno nel nostro saccoccio. Tu che mi sfili lentamente gli occhiali e poi spegni la luce. Tu che mi dai il buongiorno con un bacio. La tua terza operazione. Tu che sfoderi di nuovo gli artigli, io idem. Io che non lo ammetto, ma ho paura. Tu che mi aspetti ogni giorno in ospedale, per fare due passi. Io che faccio di tutto per venire. Tu che ora stai bene. Tu che hai ripreso di nuovo in mano la tua vita e i tuoi progetti. Io che non posso fare altro che ammirarti. Tu che cucini per me. Tu che mi fai i pancakes con la nutella per viziarmi. Tu che realizzi ogni cosa per me purché sia felice. Io che comincio a fare il Fantacalcio, solo per farti contento. Io che ora sono superesperta di calcio e dintorni, e mi piace anche seguirlo. Io che continuo a giocare a pallavolo, e tu che vieni a vedermi. Tu che hai ripreso ad allenarti e a giocare a pallone. Io che a vederti mi si riempie il cuore di gioia. Tu che hai trovato un motivo per andare avanti. Io che per me il motivo sei tu. Noi che senza l’aiuto anche dei nostri amici non ce l’avremmo fatta. Noi che vogliamo costruirci una vita insieme, nonostante tutto. Noi che siamo qui a raccontarci.

Undici anni. Di vita, di passione, di dolore, di amore, di cose concrete. Parole certo, ma sono i fatti a rimanere.

Ai ricordi preferisco i giorni che verranno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Non sappiamo quello che il destino ci riserverà, ma abbiamo una pagina bianca tutta da scrivere. Insieme.

Auguri.
Ti amo.

amore anniversario Auguri coppia felicità ti amo undici undici anni
by Francesca Favotto | 3 comments
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3 Comments

  1. Hortense says:

    Auguri ragazzi! Mi sono commossa.

    12 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Grazie mille Hortense. Sei stata molto carina! Un abbraccio

      12 anni ago · Rispondi
  2. Filippo says:

    Ma scusa, una giornalista non dovrebbe preferire le parole ai fatti ? 🙂

    12 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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