Amore mio straordinario, oggi sarebbero stati 18 anni insieme. Quest’anno mi sarebbe bastato festeggiarli a casa nostra, con le nostre cucciole e uno dei tuoi hamburger buonissimi. Ma tu non ci sei. O meglio, non sei più fisicamente accanto a me. Ma con la tua forza incredibile, ci hai trascinato tutti qui, in questo luogo così pieno di senso per noi. Qui ci siamo incontrati per la prima volta 19 anni fa: io giocavo nella Mista, tu volevi provare la pallavolo. Ti ho visto al bar e ho detto a mia mamma: “Lo vedi? Lui sarà mio”. Come dicevi sempre tu, “Bimba vuole Bimba ha”, e così è stato. Dopo un anno di corteggiamento (una volta si usava così), dopo svariate bollette intercontinentali del cellulare che mio padre sogna ancora di notte, la sera del 23 agosto del 2002 ho deciso di baciarti, sancendo l’inizio della nostra storia (una volta si usava così). Che speravo fosse da sogno, ma mai…
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Tornare indietro non è mai stata un’opzione
E sono 17. La domanda che più mi sono sentita porre in tutti questi anni è stata: “Ma come avete fatto?”. Lasciate che vi racconti una storia. L’altro giorno abbiamo deciso di raggiungere una malga in quota. Le previsioni meteo non erano delle più rassicuranti, ma ci siamo vestiti e siamo partiti. Dopo qualche km, ha cominciato a rannuvolarsi e a tuonare in lontananza. Dapprima ha iniziato a cadere qualche goccia leggera. “Dobbiamo tornare indietro?”. “Ma no, sarà un piovasco di montagna”, mi ha risposto Teo, piedi piagati dalla chemio e un ginocchio fuori uso. Così proseguiamo, fino a che le gocce non si intensificano. Facciamo appena in tempo a indossare i kway e a ripararci sotto un capanno, che vien giù il finimondo: acqua a catinelle e vento. Sotto al bivacco non eravamo soli, c’erano altri turisti, ma tutti meglio equipaggiati di noi: scarponcini da trekking, calze tecniche, kway professionali, ricambio asciutto, zaini impermeabili e ombrelli. Noi scarpe da…
#StartUpMonAmour – Maison Thai: una coccola dal sapore asiatico
Si ricomincia: riparte il progetto “Startup Mon Amour”, il viaggio alla scoperta di realtà innovative legate al mondo del wedding, ideato da #giovaniconlapiva. Vi ricordate la nostra Carolina Casolo, #consulenteatipica sempre di corsa e con un’idea che le frulla nella testa? Ecco, questa volta è andata alla scoperta di Maison Thai, centro benessere specializzato in massaggi thailandesi, situato nel cuore di Milano in Via Alessi 8, vicino alla Darsena. Ecco il racconto della nostra Carolina, buona lettura! “Dopo un rientro post vacanze traumatico tra nuovi impegni di lavoro e decine di lavatrici, una mail mi dona nuovamente il buon umore: il centro massaggi thailandese Maison Thai mi invita a provare il loro massaggio tradizionale di coppia, un’idea originale per festeggiare il fidanzamento o semplicemente per passare qualche ora piacevole in compagnia del proprio partner. Senza neanche pensarci due volte, colgo al volo l’occasione, obbligando Fabio (il mio compagno) a prestarsi come seconda cavia. Come di prassi, mentre ci incamminiamo, cerco…
Tu sei la mia pace
Che belli gli anniversari di matrimonio, io mi commuovo sempre. Che belle quelle coppie che scelgono giorno dopo giorno di starsi accanto. Per 10, 25, 50, 70 anni. Oggi che tutto dura qualche anno o appena 24 ore. Che belle quelle coppie che allo scambio della pace, si danno un bacio. Come a dire: “Tu sei la mia pace”. Teo lo fa sempre, intendo il bacio, e una volta me l’ha anche detto: “Tu sei la mia pace”. Mi ci vedo ancora tra 50 anni a scambiarci la pace, in un mondo di guerre. Che belle le coppie che si amano, ma di quell’amore che resiste. E proprio per questo esiste. Grazie per l’esempio.…
Come Benjamin Button
Tutti vivono perennemente tesi al futuro, curiosi di vedere cosa ci sarà. Anche nelle storie d’amore tutti si domandano se si ameranno ancora tra 50 anni, quando il corpo si farà grinzoso e rovinato e la mente vacillerà. Bene, noi nel futuro ci siamo già: a noi è già stata riservata la cattiva sorte in cui tutti si promettono di esserci, in un perenne vivere al contrario, come Benjamin Button. Nemmeno il tempo di capire se eravamo fatti l’uno per l’altra che il fato avverso ha bucato la clessidra, per far scorrere più velocemente il tempo che ci è stato dato insieme. È così che non abbiamo dovuto capire niente, ma solo vivere. Solo viverci. Prima della gioia, il dolore; prima della salute, la malattia; prima della buona, la cattiva sorte: come in una eterna rincorsa alla felicità, come se per noi dovesse essere un traguardo da meritare e non dato in dote come a tutte le altre coppie. Oggi…
T(c)redici
Prova. Prova a immaginare di fare un passo nel vuoto, sorretto solo da un filo finissimo. Di affacciarti dalla rupe e di avere davanti un’altra montagna da raggiungere, l’obiettivo, la meta. Ma l’unico modo per poterla raggiungere è quel filo: una corda, robusta per poterti sostenere, ma troppo poco larga per garantirti l’equilibrio. Vedi dove devi arrivare, ma devi trovare il coraggio di arrivarci, l’incoscienza di muovere quei passi, uno dopo l’altro, avendo fede che la corda non si spezzi e che il tuo equilibrio sia abbastanza buono per non cadere giù. È così che, sudando copiosamente e tirando grandi respironi, chiudi gli occhi e ci provi: ti hanno insegnato che per rimanere in equilibrio non bisogna mai guardare giù, mai abbassare gli occhi, ma fissare sempre dritto davanti a sé, alla meta. E soprattutto che non bisogna titubare mai, ma dopo lo slancio iniziale, lanciarsi, andare, non fermarsi. Ma la paura di fallire, di cadere giù è troppa. È…
Undici
Alle parole ho sempre preferito i fatti. Io che ti vedo contro il frigo dei gelati all’oratorio e rimango fulminata. Il nostro primo esercizio insieme a pallavolo. Tu che imbranato mi chiedi se all’oratorio fanno tornei di calcetto. Io che imbarazzata ti chiedo il numero. Noi che usciamo insieme una volta. Tu che parti. Io che parto, ma ti penso. Io che ti chiamo dall’Irlanda, non una ma cento volte. Noi che ci rivediamo dopo le vacanze. Io che non resisto e te lo devo dire che sì, insomma, mi piaci. Tu che idem. Noi che ci diamo il primo bacio sotto le stelle davanti al nostro castello. Il nostro primo “Ti amo”. Tu che continui a giocare a calcetto. Io che ti vengo a vedere. Tu che mi fai arrabbiare. Io gelosa che ti sto per far cadere cellulare e chiavi della macchina nel tombino. Tu che mi abbracci. Noi che ci amiamo per la prima volta. E poi…
Dietro le apparenze
Racconti per riflettere, sorridere, pensare. Una nuova categoria dedicata a storie con protagonista la coppia, il matrimonio, l’amore. Buona lettura! «Dio mio non è possibile», pensò Luca mentre ancora girava la chiave nella toppa. L’odore nauseante di frittura era più forte della porta della cucina che Martina teneva sempre chiusa quando stava ai fornelli, dei venti metri quadri del salotto e pure della porta blindata nuova di zecca che il primo giorno di matrimonio gli aveva giocato il brutto scherzo di non aprirsi, lasciandolo lì fuori casa con la sua sposina fra le braccia tremolanti. Per fortuna sua moglie era sempre stata uno scricciolo altrimenti gli si sarebbero spezzate. «Sei tu?». Appena entrò diede un’occhiata alla porta della cucina, chiusa come si era immaginato. «Sì, Marti». Luca gettò la ventiquattrore sul divano insieme alla giacca e al suo appetito. «La cena è quasi pronta». “Cena”, pensò. In un mese di matrimonio Martina gli aveva cucinato solo una cosa. «Che si…
La lezione più importante
Guardo i miei e li vedo ridere. Li vedo felici come due bimbi davanti al loro pacchetto natalizio, emozionati e agitati come se chissà dove dovessero andare. Li ho appena salutati, in partenza per il weekend di benessere che io e mia sorella abbiamo regalato loro in occasione del loro trentesimo anniversario di matrimonio. Glielo abbiamo regalato, anche se come battuta, amiamo spesso ripetere loro: “Anche se trent’anni fa non ci avete invitato!”. Però, mi sarebbe piaciuto esserci stata. Per vedere se e come mia mamma, giovanissima, era emozionata. Per osservare mio padre e vedere se il volto tradiva la tensione. Per conoscere mio nonno, un grande uomo, a detta della mamma. Per vedere due giovani scambiarsi grandi promesse e prendere un impegno che avrebbero dovuto portare avanti insieme tutta la vita, senza sapere cosa il futuro avrebbe riservato loro. Due figlie, molti sacrifici, qualche difficoltà lungo il percorso… Ma come potevano saperlo, trent’anni fa? Perché alla fine il matrimonio…
Dieci anni
Dieci anni. Dieci anni sono un tempo piccolissimo o grandissimo, a seconda dei punti di vista. In dieci anni può cambiare tutto o niente. In dieci anni un bambino impara a camminare, parlare e contare. In dieci anni la moneta unica europea è crollata sotto i colpi del capitalismo. Dieci anni: il tempo che ci vuole magari a una persona timida per conquistare la sua anima gemella. Dieci anni: il tempo che serve a un piccolo amico ‘peloso’ per stravolgerci la vita. Dieci anni: il primo compleanno in doppia cifra, uno di quelli che ricorderai per sempre. Dieci anni: il tempo che serve più o meno a uno studente per diventare medico, tra tirocini e svariate lauree. Dieci anni: il tempo che intercorre tra i venti e i trenta, tra i trenta e i quaranta… l’intervallo che ti costringe a fare un bilancio. Dieci anni sono un nonnulla forse per la Storia, ma sono un’eternità per la storia di ciascuno…