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agosto 23, 2020

23 agosto 2002, ore 23.40

  • Strettamente personale

Amore mio straordinario,

oggi sarebbero stati 18 anni insieme. Quest’anno mi sarebbe bastato festeggiarli a casa nostra, con le nostre cucciole e uno dei tuoi hamburger buonissimi. Ma tu non ci sei. O meglio, non sei più fisicamente accanto a me.
Ma con la tua forza incredibile, ci hai trascinato tutti qui, in questo luogo così pieno di senso per noi.

Qui ci siamo incontrati per la prima volta 19 anni fa: io giocavo nella Mista, tu volevi provare la pallavolo. Ti ho visto al bar e ho detto a mia mamma: “Lo vedi? Lui sarà mio”. Come dicevi sempre tu, “Bimba vuole Bimba ha”, e così è stato.

Dopo un anno di corteggiamento (una volta si usava così), dopo svariate bollette intercontinentali del cellulare che mio padre sogna ancora di notte, la sera del 23 agosto del 2002 ho deciso di baciarti, sancendo l’inizio della nostra storia (una volta si usava così). Che speravo fosse da sogno, ma mai avrei immaginato fosse possibile vivere davvero così.

Abbiamo viaggiato, tanto; abbiamo conversato, ancora di più. Dicevo sempre che le nostre erano buone conversazioni, come quelle di Katsumoto e Algren: parlavamo di tutto e lo facevamo con grande profondità. E l’abbiamo fatto fino alla fine. Chi si parla più dopo 18 anni di vita insieme? Abbiamo fatto, tanto: proprio qui abbiamo dato vita a dei tornei leggendari di cui ancora tutti parlano; hai scritto delle fiabe, abbiamo creato una comunità che crede nel giallo e nella Luce. Abbiamo pregato, la tua era una fede matura, forgiata da anni di sofferenza e consapevolezza. Abbiamo riso, fino alle lacrime, perché ridere e piangere originano dalle stesse emozioni viscerali. Abbiamo litigato e ci siamo mandati a quel paese, ma ogni volta uno dei due tornava indietro per riportare a casa l’altro. Abbiamo lottato, Dio solo sa quanto amavi la vita: l’hai amata fino alla fine, anche per coloro che non sanno che farsene. Abbiamo sognato, anche quando la disperazione preparava il terreno a un’apparente disfatta: sognare richiede coraggio, sognare quando non c’è più motivo di farlo richiede eroismo.

Ci siamo amati, oh quanto! Fino all’estremo, mi ha scritto una nostra amica in questi giorni. Anche oltre: il nostro Amore mi riempie gli occhi e mi brucia l’anima ancora adesso, e non so dire se questa sia una benedizione o una condanna. Mi dicevi che il nostro Amore era la cosa più bella che avevi mai costruito in vita tua e che se mai ti fossi accorto che io non ti amavo più, piuttosto avresti rinunciato a noi. Be’, eccomi, mi hai ancora, hai ancora sotto chiave il mio cuore e ce l’avrai per sempre.

Ci siamo cresciuti a vicenda: tu annaffiavi le mie consapevolezze con l’acqua del tuo amore e io soffiavo sulle vele dei tuoi sogni con tutto l’entusiasmo che potevo. Ci siamo cambiati: io non ero così 18 anni fa. D’accordo, sarei cambiata comunque probabilmente, ma non così. Ho ritrovato delle lettere che ti scrivevo allora: il seme c’era già, ma tu ti sei preso cura di me affinché diventassi una quercia forte e robusta. Eri l’unico che sapevi leggermi dentro e vedere in me quel potenziale che nemmeno io riuscivo a scorgere. Negli ultimi tempi mi hai insegnato il codice per potermi leggere da sola, ma è difficile leggersi allo specchio, sai?

È vero che l’amore è saper accettare l’altro per come è, ma questo non significa accontentarsi: tu mi hai insegnato a spingermi sempre oltre, a migliorarmi. E migliorare significa cambiare, ma volendolo.

Abbiamo costruito la nostra casa sulla roccia e anche se adesso ogni tanto mi frana la terra sotto i piedi mentre cammino, sento che se mi aggrappo al nostro amore, non cadrò mai nel vuoto.

Regalare all’altro la sensazione tangibile che non sarà mai solo e perso significa aver donato la parte di sè più profonda e vera, significa aver amato senza risparmiarsi mai.

Ci siamo presi il rischio di farci male, perché quando l’amore viene a mancare, può lasciare il cuore in frantumi. Ma noi siamo fortunati perché il nostro non mancherà mai.

Te ne sei andato che mancavano pochi giorni al nostro 18esimo anniversario, non abbiamo fatto in tempo a vederlo maturo, il nostro amore. Ma forse più maturo di così non avrebbe potuto essere.

Tu vivi in me, io vivrò per entrambi.
Ti amo di un amore raro.
E ti amerò per sempre.

Tua Principessa Bimba Franci

amore anniversario Casa FavoLosa eternamente grata famiglia favolosa gratitudine grazie insieme per sempre ti amo un altro giorno insieme
by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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