“Una zanzara dura un giorno, una rosa dura tre giorni. Un gatto dura tredici anni, l’amore tre. È così. C’è prima un anno di passione, poi un anno di tenerezza e infine un anno di noia”. Olè. Che belle prospettive. Grazie Frederic Beigbeder per questo ritratto incoraggiante, ci viene quasi voglia di innamorarci. L’autore del romanzo ‘L’amore dura tre anni’, ora è diventato anche regista dell’omonimo film, in questi giorni nelle sale di tutta Italia. Settimana scorsa sono andato a vederlo in anteprima con il mio moroso e per tutto il tempo, non ho fatto altro che riflettere sulla mia storia d’amore e sulle sedicenti verità propinate dalla pellicola e mi sono chiesta: ma se l’amore dura davvero tre anni… allora il mio cos’è? Fratellanza, la solita minestra riscaldata, un passatempo? Stare insieme da dieci anni non è mica come dirlo, e dieci è più del triplo rispetto a tre: a questo punto della storia, sai che palle! E invece.
Più guardavo passare sullo schermo la vita e le vicissitudini di Marc, il protagonista della storia, più pensavo: che tristezza! Trentenne, critico letterario, cinico e disincantato, dall’aria un po’ sfigata, è sposato ad Anne, bella da morire, che lo molla per mettersi insieme al suo antagonista, uno scrittore di successo. Incombe il divorzio, che decreta la fine del suo matrimonio, durato appunto tre anni. Decide così di esorcizzare la sua rabbia e il suo risentimento, scrivendo in un libro tutto quello che sa sull’amore, ovvero che ha una data di scadenza, come tutte le cose, e scegliendo di interpretare il ruolo della vittima ferita nell’orgoglio. Peccato che solo a metà film, si capisce che già durante il suo matrimonio, incontra Alice, bella, disinibita e accoppiata a suo cugino, che gli fa perdere la testa e che gli fa cambiare idea sul modo di vivere e di intendere l’amore.
Eccola lì, la solita storia piena di cliché: l’alternativo cinico che predica bene e razzola male su ciò che non conosce, salvo poi ripensarci quando ne fa davvero esperienza. Due considerazioni. La prima: perché non parlare di qualcosa, quando si conosce davvero l’argomento in questione? Cioè, non è obbligatorio avere un’opinione su tutto. Oggi riempirsi la bocca d’amore è fin troppo facile: che tu stia insieme a una persona per un giorno, un mese, un anno o anche solo una notte, è amore. I ‘ti amo’ si sprecano, i ‘per sempre’ sono all’ordine del giorno… ma può essere? Tutto corre alla velocità della luce, quindi anche l’amore? Non si ha più voglia di conoscersi davvero, di approfondire le sfaccettature dell’altra persona: mi piaci, facciamo l’amore, mi sembra di essere in sintonia con te, sposiamoci, facciamo un figlio… fino a che non conosciamo davvero la persona che ci farà perdere la testa e che farà sembrare tutto quello che avevate prima un’insipida minestrina di un colore imprecisato.
E la seconda: parlare male di qualcosa che non riusciamo a fare, a raggiungere o ad ottenere va sempre di moda, come un tubino nero passe-partout, è un classico per tutte le stagioni. La volpe e l’uva docet. Ma ci siamo mai chiesti se non riusciamo a farlo perché non ne siamo capaci o perché non ci vogliamo impegnare? Nessuno in fatto d’amore nasce imparato, perché nessuna storia è uguale all’altra. Per fare funzionare una relazione, occorre tempo, pazienza, dedizione, lavoro, sacrificio, lacrime, sorrisi, dolore… e spesso non siamo disposti a investire così tanto, pur sapendo che ci perdiamo tutto. Temiamo la solitudine, ma piuttosto che aspettare e scegliere colui o colei che ci completa davvero, preferiamo buttarci a capofitto in storielle mordi e fuggi, fingendo (e lo sappiamo!) che sia amore. Non sto dicendo che tutto questo è sbagliato, sto solo chiedendo di non chiamare questi diversivi amore. Un po’ di onestà ci vuole.
In amore vince chi sa aspettare, e una volta trovato, chi non scappa davanti alla prima difficoltà, ma mette da parte il proprio ego e cerca la felicità dell’altro. Amore non è la fretta di arrivare alla meta per il gusto di dire ‘Sono arrivato!’, ma godersi l’avventura e il panorama mentre si sale, insieme. Amore è anche sopportare la presenza dell’altro, quando si ha voglia di stare da soli o condividere il lettone con qualcuno che a volte ci sembra un estraneo. Amore è desiderarsi violentemente e di contro, non cercarsi affatto. Amore è quando senti che ti manca qualcosa, se lui non c’è. Amore è quando ti si illuminano gli occhi se lo vedi, amore è quando sei felice.
L’amore non dura tre anni: potrebbe durare anche due mesi, o un anno, o settanta… Dipende da quello che vogliamo noi.
condivido in pieno!!!! fidanzata da 13 anni…e FELICISSIMA! :))))
mi hai fatto venire i brividi! forse perché mentre leggevo quello che hai scritto ho capito di amare!
Se per amore intendiamo il romanticismo: quello è come lo yogurt! Sai che palle allestire set cinematografici e sorridere ogni giorno mentre sei intenta a salutare la tua metà, la tua dolcissima metà, che rincasando dal lavoro ti porta un mazzo di rose rosse e ti sbatte contro la parete con un bacio passionale che ti tramortisce e ti conduce ansimante in una vasca da bagno tra petali di rosa, cioccolato e spumante ( con la crisi, meglio vini italiani!!!: ) ) Quanto può durare sto strazio? L’amore come passione e come realtà trascendente dura tutta la vita però oggi le donne e gli uomini non lo aspettano e poi vogliono scaricare le loro frustrazioni in sondaggi dove i grandi numeri di separazioni e divorzi dovrebbero parlare per tutti! Che parlassero per loro: io vivo per amore anche adesso che sono sola e vi posso dire che neanche così è facile! Però è l’unica maniera in cui concepisco la vita… il materialismo e quindi il romanticismo non fanno per me anche se amo le rose rosse! Il nichilismo è funzionale ad una cultura che teme l’amore. L’amore ci mette davanti alla dimensione etica della vita e quindi diventiamo meno prevedibili e più disponibili a vivere senza morale. Infatti l’omologazione ci porta a ridere dei sentimenti e alle volte finiamo per tradire i nostri stessi fratelli, per non parlare di padre, madre e valori che sono alla base del nostro essere. Anche credere in Dio ti rende un bigotto per molta gente e fatichi a vivere con quell’amore e quei valori di cui ti vergogni. Scusate la digressione… buona domenica e buone vacanze!!!
Il film è terribile, tra l’altro. Mai come l’amore, però.
@Sandra: sono contenta per te, ti auguro solo il meglio.
@angela: grazie per il tuo commento, mi lusinga e mi onora molto quello che hai scritto. Continua a seguirmi.
@Rossella: nessun romanticismo, solo vita vera e quello che ognuno si sente di dare all’altro. Questo per me è l’amore.
@Guy: che onore ricevere un tuo commento! 😉 Concordo con te sul film, un pò meno sul resto del commento. Ma lo sai che siamo come il diavolo e l’acqua santa… 😛