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marzo 27, 2017

Come ero, come eravamo

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Come ero, come eravamo

“Come ero | e come sono ora | dove ero | e come sento ora,
lo so quello di cui ho bisogno, lo so”.
Giorgia

 

Ero più giovane, avevo più entusiasmo, da qualche mese è spuntato il primo capello bianco, proprio nella frangetta.
Ero più magra e più in forma, avevo più fiato, senza dubbio.
Ero meno cinica, diciamo anche meno stronza: col passare degli anni, mi sono arrogata il diritto di dire sempre come la penso. Che senso ha essere circondata da ipocriti o gente che non si stima?
Ero meno stanca: ora mi sembra sempre di stare in affanno, di rincorrere il tempo, invece che di dominarlo.
Avevo meno lavoro: era anche vero che stavo agli inizi della mia avventura, che ancora mi appassiona, come il primo giorno.
Ero più entusiasta, avevo molte più aspettative, sulle persone, sui rapporti, sul lavoro, anche sull’amore: sognavo la classica favola, un marito, due figli, un cane e la staccionata bianca.
Ma ero innamorata e la cosa bella è che lo sono tuttora: sempre di lui, nonostante la fatica di portare avanti una storia come la nostra.
Ero meno cupa e meno riflessiva: credo sia un riflesso incondizionato del vivere e del crescere. Mi faccio molte più domande, ma soprattutto mi metto più in cerca delle risposte.
Ero meno credente: ho sempre creduto, ma ora ci credo davvero. Senza un’ispirazione forte non sono, non sarei stata nessuno, mi sarei già persa.
Ero meno consapevole: è proprio vera quella cosa lì, che quando cambi la decina, cambi anche un po’ la prospettiva. Ora mi vedo, non dico che so chi sono, ma so dove posso arrivare: sono una donna che ne ha passate tante, ma che le ha superate tutte e continuerà a farlo.
Ero felice della mia vita e lo sono sempre di più: niente è andato secondo i miei piani di bambina, ma forse è stato pure meglio così.

Cinque anni fa, quando è nato questo blog, io ero così. Oggi sono cambiata ed era tempo anche per lui di cambiare: ci siamo rinnovati, siamo rinati, risorti dalle nostre ceneri, come l’Araba FeLice. Ma in una cosa, credo, non cambieremo mai: quel bisogno folle di credere nell’amore, nella bellezza della vita, di raccontarlo nelle piccole storie di ogni giorno. Per questo, cinque anni fa ho sentito il bisogno di aprire il mio cuore in questo diario e per questo, oggi, questo diario continua a esistere, nonostante tutto.

Perché mi sento proprio così oggi: una che è diventata grande “nonostante”, come dice Gramellini, ma che non ha smesso di emozionarsi davanti alle cose belle della vita.

 

Blog cambiamenti cambiare felicità scrivere
by Francesca Favotto | 2 comments
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2 Comments

  1. Roberta says:

    Brava Francesco! Ho letto qualche pgina del tuo blog e mi sto appassionando, ti seguiro’ ! Roby

    9 anni ago · Rispondi
    1. Francesca Favotto says:

      Grazie cara Roberta, non vedo l’ora di farci compagnia.
      Un abbraccio :*

      9 anni ago · Rispondi

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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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