Oggi non va. Non gira. Non mi piaccio, non mi riconosco. Son sempre stata ottimista, positiva nella vita. Ma questa situazione di costante minaccia mi sta destabilizzando.
Oggi è il compleanno del mio migliore amico: avrebbe compiuto 34 anni, ma non posso andare nemmeno a portargli una primula sulla tomba.
Inoltre, le bacheche dei social sono un continuo necrologio: ogni giorno leggo di amici e conoscenti che devono dare l’ultimo saluto ai loro cari tramite telefono o la voce di un’infermiera. “Dica a mio marito che l’amo”: se succedesse a me, ne morirei.
E se succedesse a voi? Sì, a voi là fuori che continuate a fare passeggiate e a uscire e a fare la vostra vita di prima. A voi che vi credete Dio, evidentemente. Invincibili, inscalfibili. Immortali. Voi no che non ne morireste, a voi non frega un cazzo.
Oggi l’oncologa ha detto a Teo che, vista l’emergenza sanitaria in corso, è meglio non proseguire con la chemio per non indebolire il suo sistema immunitario già allo stremo. Inoltre, questa situazione ha bloccato tutti gli accessi a eventuali protocolli di terapie sperimentali.
Lui deve rinunciare alle cure che lo tengono in vita in una situazione in cui ogni giorno di lotta è prezioso e voi non sapete rinunciare a una passeggiata? Pregate di non dovervi mai trovare nella situazione di dover dare l’ultimo saluto a chi amate da lontano, perché ho come l’impressione che anche in quella situazione perdereste l’occasione di farvi una coscienza e di diventare persone migliori.
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