Oggi è la Giornata Internazionale della Felicità. Che beffa che cada proprio in questo periodo. Mi sono svegliata con pensieri cupi. Questa notte io e Teo abbiamo litigato: in preda agli incubi, ci siamo detti le peggio cose.
Abbiamo pianto tutte le nostre paure. Gli ho rivelato la mia più grande: “A cosa è valso lottare fin qui, se arriva una disgrazia simile e cancella tutto con un colpo di spugna? Cosa serve restare in vita se poi non mi resterà nulla in mano, se non avrò te? Tanto meglio che il virus mi prenda”. Siamo rimasti in silenzio, ci siamo dati la mano, abbiamo chiuso gli occhi, gonfi di dolore. Il cuore faticava a pompare.
Stamattina testa china e lavorare. Perché scrivere azzera i pensieri cattivi. Poi, mentre ero in giardino con Nara a giocare, dal sole che c’era, il cielo si è rannuvolato. All’improvviso si è messo a piovere. Gocce calde, rade, su di me. Istintivamente ho alzato la testa al cielo e le ho bevute tutte. Mi sono messa a piangere. Ma un pianto di gioia. Mi sono sentita benedetta. E liberata.
Oggi è la Giornata Internazionale della Felicità. Che fortuna che cada proprio in questo periodo. Per insegnarci a cogliere quell’istante di pura gioia e a non lasciarlo andare, ma a farcelo bastare. A razionarlo per quando non ne avremo più, proprio come si fa col pane.
[Now playing: “Hoppipolla” – Sigur Ros]

No Comment