Questa settimana, rientrando dall’ospedale, qualcosa ha rapito il mio sguardo: nel bel mezzo del giardino è spuntata una rosa. Una rosa. In autunno. Per me, questo ha il sapore di un miracolo. Significa che anche quando sembrano non esserci più possibilità, sembra non esserci più speranza, la vita ricomincia sempre. Che ci sia speranza anche per la nostra vita incasinata allora?
L’altro giorno alla visita, l’oncologa spiegava a Teo che la tac è andata bene, ma dovrà fare ulteriori controlli per vedere se le sue cellule sgangherate sono tranquille o scalmanate. “Senza l’amaro, amico mio, il dolce non è tanto dolce”: diceva Tom Cruise in “Vanilla sky”. Della serie, bene ma non benissimo. Felici sì, ma con misura. Che non sia mai di avere un attimo di pace, di respiro…
Però non demordiamo: perché so che là fuori c’è una possibilità di rifiorire anche per noi, per lui, nonostante tutto. Perché come diceva Camus in una delle sue poesie più belle: “Nel bel mezzo dell’inverno, ho scoperto che vi era in me un’invincibile estate”. Anarchici, ribelli, pieni di vita, proprio come la rosa. E questo basta per rendermi felice.
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