Sapete cosa mi rende felice ultimamente? Viaggiare. Lo sto facendo spesso, vuoi per lavoro, vuoi per piacere: Italia, Europa, mondo… Sono sempre con la valigia in mano e un pugno di sogni e di aspettative nel cassetto. Ho sempre sognato di viaggiare da grande e ora finalmente si sta avverando.
Viaggiare ti apre la mente e ti mette anche nella condizione di cambiare un po’ qualche atteggiamento abitudinario: vedi, per esempio, viaggiare con troppi vestiti o troppe cose inutili al seguito. Nei miei ultimi viaggi ho imparato che non serve molto, basta un bagaglio a mano e anzi, se ci lasci anche qualche spazietto per portare a casa qualcosa di nuovo, tanto meglio. Per me che prima riempivo valigie allo sfinimento, anche solo per brevi weekend, è stata una lezione fondamentale: viaggiare leggeri aiuta, a non perdere tempo, a muoversi più agilmente, a fare spazio per il nuovo.
Viaggiare ti aiuta a comunicare e a ingegnarti laddove non ti vengono le parole: quante volte ho mimato cose, ho mischiato lingue, ho trovato giri di parole per esprimermi? E tutte le volte ha funzionato alla grande: senza vergogna per come mi ero espressa, ho trovato chi ha saputo capirmi senza pregiudizi e si è messo in ascolto. Un po’ come fanno i bambini, insomma.
Viaggiare ti fa fare il pieno di cose belle, ti riempie gli occhi di meraviglia: negli ultimi mesi ho visto mari caraibici, cattedrali gotiche, campi di beach volley e piscine termali. Luoghi così diversi tra loro, ma così pieni di bellezza e di cose da insegnare, che non ne avevo mai abbastanza.
Viaggiare ti mette in moto: ti spinge a camminare, a ottimizzare il tempo che non basta mai, a perderlo anche il tempo, ma in maniera funzionale alla propria felicità. Concederci quel tempo che a casa non abbiamo mai: quale lusso più grande esiste?
Viaggiare è anche voglia di tornare: quel senso di nostalgia che ti fa sentire parte di qualcosa, quella voglia di tornare ad abbracciare chi amiamo, che ti fa venire voglia di casa, che ti fa tornare più carico per affrontare le sfide che la vita ci dà.
Ora, mi appresto a vivere le nuove avventure che mi aspettano “rallentando per poi accelerare, con un ritmo fluente di vita nel cuore, gentilmente senza strappi al motore”, proprio come cantava Battisti. Sempre con la valigia in mano, un pugno di sogni e di aspettative nel cassetto, ma soprattutto con il cuore colmo di gratitudine.

No Comment