Per dimostrare l’amore occorrono gesti eclatanti? Credo piuttosto che servano piccoli gesti, che magari richiedono un piccolo sforzo, e che proprio per questo diventano eclatanti. Come per esempio, andare allo stadio a tifare per la squadra che da sempre non sopporti solo per amore. Una cavolata? Sì, può darsi, ma fino a qualche tempo fa mi costava fatica ed era motivo di grandi litigate con lui. Proprio sabato scorso mi sono ritrovata in curva allo stadio di Berlino ad assistere dal vivo alla finale di Champions League tra Juve e Barcellona, tra l’altro in curva in mezzo ai tifosi più tifosi che c’erano. Io da sempre tifosa interista, lì a fare il tifo per la Juve, la nostra acerrima nemica. Eppure.
Eppure non avrei mai pensato di potermi divertire così tanto, di provare simili emozioni nel sentire l’inno dal vivo, vedere quei grandi campioni a pochi metri da me, guardare lui avere gli occhi pieni di luce e di commozione. Questa volta ho fatto un passo indietro, e non mi son pentita, e non mi è pesato: fino a qualche anno fa, se segnava la mia squadra del cuore contro la sua, non riuscivo a non esultare, se la Juve perdeva, non riuscivo a non sfotterlo, senza capire quanto in fondo a me non importasse molto e quanto invece a lui fregasse. Quando dopo tre ore di tentativi, è riuscito a prendere i biglietti per la finale tanto agognata, mi ha chiamato tutto trepidante, con la voce tremula, tanto che mi sono sinceramente emozionata anch’io. Per lui significava molto esserci, per tanti motivi, quindi ho reputato giusto assecondarlo in tutto e per tutto in una cosa tanto grande per lui.
Alla fine è stato un gesto piccolo, se si rapporta al fatto che sono una tifosa all’acqua di rose, ma grande, se si pensa che quando ero là, ero là con tutta me stessa, incitando sinceramente, sperando davvero che potesse farcela a portare a casa la coppa. Un gesto forse piccolo, ma molto importante per la mia relazione, perchè ha significato sostenere il mio uomo incondizionatamente in una cosa a cui lui teneva da morire per mille motivi, facendo un passo indietro laddove prima per testardaggine o per puntiglio non retrocedevo di una virgola. Vederlo emozionato, sinceramente felice, con gli occhi lucidi, ha reso felice anche me. Che poi forse il senso dell’amore è proprio questo: fare per l’altro anche le più piccole cose perché sai che questo farà bene a entrambi, rinunciando alle parti superflue di noi stessi. Una lezione che ho imparato proprio allo stadio. E poi dicono che il calcio non ha niente da insegnare.
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