Ed eccoci con una nuova puntata della nostra rubrica più seguita e letta: “Startup Mon Amour”, il viaggio alla scoperta di realtà innovative legate al mondo del wedding e delle donne in generale, ideato da #giovaniconlapiva. Oggi la nostra Carolina Casolo ci presenta ancora una volta una donna, un’artigiana che lavora perle pregiatissime: Renata Ferrari. Pronti a scoprire chi è? Buona lettura!
Chi è Renata Ferrari? Presentati!: “Sono nata a Venezia nel 1965 sotto Natale e sin dalla prima infanzia la mia quotidianità era pervasa dai colori del fuoco e del vetro. Mia mamma era una maestra perlera d’eccellenza e ha per anni lavorato nella cucina di casa, come era usuale per l’epoca. Quindi ho amato da sempre quest’arte anche se non era nei miei progetti post diploma”.
Da quando hai iniziato a occuparti di perle?: “Occuparmi di perle dal punto di vista artistico e storico direi da sempre, ma era il lontano 1990 quando ho fondato ‘La perla veneziana’ e ho iniziato a produrle io stessa con il supporto e la maestria di mia mamma”.
Colorate e lisce, decorate a occhi, a pettine o a rosetta. Oggi una perla a rosetta, tra le più rare, quanto può valere?: “Le perle a rosetta non le definirei le più rare, sono sicuramente le più note, le più famose in tutto il mondo. Il loro prezzo è molto vario e dipende dalla dimensione, dallo stato di conservazione e dalla loro data di produzione. I prezzi sono da collezionisti (da qualche decina di euro a oltre 300 euro)”.
C’è stato un particolare momento che ti ha emozionata? Sarei curiosa di sentire un aneddoto…: “Nella vita di un artigiano/artista, come per ogni persona che crea, le emozioni sono molte. Qualche anno fa mi è stato commissionato il restauro di un gioiello dei primi ‘900 da parte di un Museo del Costume. Ricordo ancora la commozione provata nel tenere fra le mani una cosa così preziosa e unica, e nel ricreare le sue parti danneggiate utilizzando del vetro molto vecchio e non più producibile da decenni. Ottenere il risultato sperato senza modificarne l’aspetto antico, è stato molto bello. Emozionante. Sono lavori impegnativi che spesso mettono a dura prova competenze e capacità artistica, ma il vetro antico ha una tale forza che crea lui stesso una sorta di stimoli continui”.
Come avviene la produzione e com’è strutturata la tua attività?: “La produzione moderna si rifà quasi completamente a quella che era nei primi Novecento la lavorazione a lume o lucerna. Da oltre cinquant’anni il lume a olio è sostituito dal gas metano e la potenza del fuoco, strumento indispensabile per la fusione del vetro, ravvivata da un motore ad aria, raggiunge una temperatura tra gli 800 e i 1000 gradi. La perlera, che è colei che sovraintende a tutte le fasi della lavorazione, è seduta davanti alla sua mini-fornace, protetta da un vetro temperato. Tiene con la mano destra il vetro da fondere, sulla sinistra la bacchetta di rame dove colerà il vetro creando il suo piccolo gioiello. Crea così la perla, utilizzando o la foglia d’oro zecchino o quella d’argento o la decora con vette (fili sottili di vetro o avventurina), creando ramette di fiori o pizzi.
Ogni perla creata da me inizia il suo processo sotto il fuoco e lo termina sempre in quel fuoco. Finita, viene posta in una muffola di raffreddamento. Solo il giorno successivo sarà posta in una macchina di acidatura che ha come unico scopo quello di sciogliere il pezzetto della bacchetta di rame al suo interno, e ottenere così la perla forata. Ottenute le perle forate e pulite si passa alla fase del controllo qualità e per le perle che hanno superato il controllo si passa alla creazione dei vari gioielli. Poi avviene un nuovo controllo qualità per il monile finito, al quale viene applicato il “Vetro® Artistico Murano” della Regione Veneto, (depositato presso l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale e disciplinato dalla legge regionale n. 70 del 1994) e posto nella confezione per la vendita o l’invio ai nostri clienti di tutto il mondo”.
Come va attualmente il mercato delle perle e dove vengono più vendute?: “È un periodo storico faticoso per il commercio. Viviamo l’era “del tutto e subito” e la creazione artigianale di qualità, soprattutto per quanto riguarda il vetro di Murano, invece necessita di tempistiche di produzione particolari. Quindi la richiesta del mercato c’è, ma è tutto più difficile. Risentiamo delle imitazioni, di ciò che viene spacciato per Murano e non lo è, ma ovviamente sono oggettini che hanno un costo talmente irrisorio che non possono avere una qualità tale da confondersi con i nostri prodotti. Inoltre la funzione del Marchio è essenziale e se ne vedono i frutti. I mercati migliori sono il Giappone e gli Stati Uniti, ma stanno incrementando Cina, Russia e Australia”.
Chi è la donna che indossa le perle? Che profilo ha?: “La donna che indossa le mie perle è una donna sicura di sé, molto femminile, alla moda e che ricerca il dettaglio storico artistico in ogni cosa. È spesso, specialmente in Giappone, una manager, una libera professionista che apprezza il Made in Italy e la creatività artigianale. In questi ultimi due anni la mia produzione si è ulteriormente diversificata, creando una linea alla moda per donne molto diverse tra loro. Una nota che le accomuna: la ricerca di un gioiello che le rappresenti e dia loro un tocco di unicità”.
Un mestiere così artistico come si coniuga con la gestione burocratica di contabilità e adempimenti fiscali?: “Si coniuga a fatica, ma non è impossibile… È molto costoso, però. Io ho fatto la scelta dal 2000 di investire in un programma di Amministrazione e Contabilità che registri ogni cosa con la massima cura, ho una impiegata molto brava e dei professionisti esterni (tributarista, commercialista, Confartigianato per ufficio paghe) che la affiancano”.
Per un’attività simile immagino ci siano dei professionisti specializzati, confermi? È stato difficile trovarne uno o trattandosi di un’attività di famiglia hai deciso di proseguire con lo studio iniziale?: “Per le tematiche particolari inerenti alla professione, da sempre mi affido ai professionisti dell’Associazione Artigiani (Artambiente, Sicurezza, Consulenza del Lavoro…). Ma non disdegno di misurarmi con altri professionisti al bisogno”.
Abbiamo visto che accanto al marchio de ‘La perla veneziana’ hai aperto un nuovo brand con creazioni davvero di tendenza e all’avanguardia. Ci racconti come è nato e chi è rivolto?: “Potrei definirlo il cambiamento della mia mezza età. Il rinnovamento di cui sentivo aver bisogno, non perché non mi piacesse più il mio lavoro nel produrre perle da generazioni secondo la tecnica tradizionale. Ma la linea LPV vede come sua particolare specificità la ricerca storica delle perle in vetro nei decori e nei colori del passato, attenendomi rigorosamente a esso anche se in un dialogo attuale con l’alta moda. Avevo bisogno di liberare la mia creatività tornando alle origini, alla semplicità e all’iconicità. Stimoli nuovi!


E così ho iniziato una collaborazione con Michele Gailli e Francesco Rioda in qualità di Style Designer. L’esperienza ha dato alla luce un progetto completamente nuovo a marchio MU: MU come il leggendario continente perduto, MU come contrazione di Murano. La linea di gioielli è indirizzata a rinnovare completamente l’aspetto e la tattilità del vetro usando un approccio Wabi-Sabi: “Niente dura, niente è finito, niente è perfetto”. Senza l’impiego di tecniche meccaniche a posteriori la materia vetrosa viene stressata, scalfita e sdrucita fino a ottenere una patina che conferisce a ogni singolo pezzo prodotto un aspetto unico.

Il design degli oggetti è completato da elementi tipici della vita lagunare, corde, legni utilizzate nelle imbarcazioni tradizionali, pietre impiegate nei palazzi storici veneziani. Anche il bronzo, l’argento e l’oro impiegati sono frutto del lavoro manuale di artigiani del territorio. Con i gioielli e accessori moda da quest’anno presento inoltre i foulard in pura seta italiana bordati a mano: per LPV con l’immagine delle perle dei primi Novecento della nostra collezione privata; per MU con un design elegante e colori unici”.


È vero che una di queste tue nuove creazioni è stata indossata al Festival del Cinema di Roma?: “Sì, la collana Rosario nero è stata indossata sul red carpet la sera del 24 ottobre alla presentazione del film “Vero dal vivo. Francesco de Gregori”. Ed è stato per me un onore vederla indossata in modo elegantissimo e incantevole”.

Ora ci rileggiamo tra due settimane: che realtà ci farà scoprire questa volta la nostra Carolina? Stay tuned e lo scopriremo presto!
Chi è Carolina: Carolina Casolo, ovvero #carolinaconsulente, è una consulente un po’ atipica, che ama poter assistere aziende o persone fisiche che iniziano una propria attività seguendo un sogno, fornendo punti di vista differenti e trovando soluzioni innovative per rispondere alle sempre più particolari esigenze dei clienti. Ecco da dove è nato il suo interesse per il settore del wedding e in particolare per le startup. È la founder di #giovaniconlapiva, la società di servizi e consulenze dedicata ai giovani under 35 che si approcciano al lavoro autonomo.
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