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settembre 30, 2016

#StartupMonAmour – Laura Calafiore e la magia del fast painting

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start up mon amour

Eccoci con un’altra puntata del progetto “Startup Mon Amour”, il viaggio alla scoperta di realtà innovative legate al mondo del wedding, ideato da #giovaniconlapiva. Questa volta la protagonista è Laura Calafiore, la prima fast painter in Italia che porta in scena la pittura Pop-Art a ritmo di musica, una forma di intrattenimento artistico a tutto tondo che si presta in occasione del matrimonio come performance mozzafiato durante il ricevimento o come bomboniera, originale ricordo di una giornata indimenticabile. La nostra #consulenteatipica Carolina ci ha scambiato quattro chiacchiere e ha scoperto che…

Laura Calafiore all'opera
Laura Calafiore all’opera

Quali studi hai intrapreso per iniziare questa carriera da artista? “Nel 1999 sono entrata a far parte della rinomata Accademia Nazionale Francese di Arte, l’ E.n.s.a.d. (Ecole Nationale Superieure des Art Decoratifs), successivamente mi sono laureata allo IED in illustrazione fotografica, prendendo poi la strada della pittura a 360 gradi, ideando questo particolare tipo di spettacolo”.

In cosa consiste il fast painting? “Il fast painting sono dipinti totalmente personalizzati, dal soggetto ai colori utilizzati, e vengono realizzati in appena pochi attimi su tele rotanti di grandi dimensioni”.

Ci sono altri metodi per realizzare le tuo opere? “Il glitter painting, in cui i dipinti sono realizzati con la colla e l’immagine compare solo dopo che una cascata di glitter ricopre la tela, e il puzzle painting, in cui nove tele dipinte quasi a caso compongono l’immagine finale”.

Da non molto sei diventata anche un volto noto del piccolo schermo…: “È stato emozionante, mi sono esibita in importanti trasmissioni nazionali, come “Si può fare” di Carlo Conti e “Tu si que vales” con Maria De Filippi, Rudy Zerbi e Gerry Scotti, poi “Senza parole” e “Tv 2000”.

Laura Calafiore con una coppia di sposi
Laura Calafiore con una coppia di sposi

Ora passiamo alla parte burocratica: è stato difficile trovare un professionista (consulente) che fosse in grado di indirizzarti su questa attività di vendita della tua arte come prodotti wedding? “In effetti sì. Quello dei matrimoni è un settore molto di nicchia e non è stato facile trovare una persona che fosse aggiornata e che potesse consigliami al meglio, essendo un’attività unica nel suo genere è difficile inquadrarla”.

Come riassumi il tuo essere artista dal punto di vista contabile e fiscale? “Potrei definirla una vera e propria scommessa… Non è facile, non essendoci facilitazioni di qualche genere e chissà quale grande attenzione per la categoria degli artisti, nel senso più generale del termine quantomeno…”.

Esibendoti affiancata da un cantante, hai riscontrato delle difficoltà dal punto di vista burocratico per quanto riguarda la Siae e per l’agibilità a esibirti davanti a un pubblico con la gestione Enpals? “Non particolarmente, è forse uno degli aspetti più chiari perchè normato a prescindere dall’attività che l’artista svolge effettivamente: della Siae si occupa ovviamente l’organizzatore dell’evento, mentre l’artista deve sempre essere munito dell’agibilità Enpals. Se non si è in possesso di regolare agibilità, non si può operare nel campo dello spettacolo”.

Puzzle painting... con invitati!
Puzzle painting… con invitati!

Visto la tua particolare attività, sei iscritta a una cooperativa che offre servizi previdenziali-fiscali ad artisti? “No, ancora no, ma negli ultimi tempi sto prendendo la cosa seriamente in considerazione”.

Come ti si può contattare? “Nel mio sito personale, oltre a esserci un’ampia galleria foto e video, c’è una sezione dedicata ai contatti con numero di telefono, due diverse e-mail in base al richiedente dell’evento (privati o aziende) o semplicemente il format di richiesta info”.

Per vedere Laura Calafiore all’opera, cliccate qui: Si può fare, Tu si que vales e Domenica In. Buona visione!

 

Chi è Carolina: Carolina Casolo, ovvero #carolinaconsulente, è una consulente un po’ atipica, che ama poter assistere aziende o persone fisiche che iniziano una propria attività seguendo un sogno, fornendo punti di vista differenti e trovando soluzioni innovative per rispondere alle sempre più particolari esigenze dei clienti. Ecco da dove è nato il suo interesse per il settore del wedding e in particolare per le startup. È la founder di #giovaniconlapiva, la società di servizi e consulenze dedicata ai giovani under 35 che si approcciano al lavoro autonomo.

[Grazie a Rachele Mandarano per la collaborazione]

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by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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