Amore mio santissimo, in questi giorni contrastanti, fatti di momenti di gioia intrisi di dolore, c’è una cosa che più di tutte mi pesa affrontare: il fatto di essere impotente per rendermi utile. Se per te ero “tutta la tua vita”, per lo Stato non sono nessuno.
E non è per il fatto di non avere diritto a nulla in termini materiali, ma anche in termini spirituali, come se io non essendo moglie, non avessi diritto a soffrire come un cane. “Siete sposati?”, “No”, “Ah allora vabbè, niente”.
Volevi sposarmi quando saresti guarito, per offrirmi un futuro perfetto. Ora ho un futuro imperfetto, ma perché non ci sei tu. Tutto ciò che avrò, lo otterrò non per diritto, ma per l’amore che sono e sarò riuscita a seminare. Che abbiamo seminato insieme.
Difenderò il nostro amore perché è tutto ciò che mi rimane. E non è poco. E vale tutto l’oro del mondo.
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