Stamattina apro Facebook e mi imbatto in questa frase: “Quando il cambiamento non fa più paura, allora è il momento giusto”. Io che credo nelle coincidenze, nelle cose che capitano quando è ora, la prendo come una benedizione, come una conferma. Perché nell’ultimo periodo di cambiamenti ce ne sono stati e parecchi e spaventosi nella mia vita. Ma non ho (quasi) mai avuto paura. Non perché ero certa dell’esito positivo, non perché abbia i superpoteri o sia supersicura di me stessa, semplicemente perché accanto a me ho la persona giusta con cui affrontarli, semplicemente perché abbiamo così tanta voglia di vivere che la vita non può non ascoltare i nostri desideri.
Il sintomo che la paura non sta agendo, non sta erodendo lo scoglio della speranza, è quando si ricomincia a fare progetti: una persona impaurita è una persona immobile, che non guarda avanti, ma non si gode nemmeno il presente, che subisce quello che le succede senza margine d’azione. Per me e Teo si è appena chiuso un periodo durissimo, il primo capitolo della nostra vita a tre: io, lui e l’inquilino molesto, che abita vicino al suo cuore. Ancora non lo abbiamo sfrattato, ma diciamo che sta facendo le valigie e contiamo di mandarlo via a pedate nel culo il prima possibile. Non che non ci sia mai stato prima, è dieci anni che ci dà il tormento, ma le precedenti volte riuscivamo a farlo sparire al primo colpo; stavolta no, stavolta si è ripresentato con tutto l’esercito e ha preso stanza nel suo respiro.
Nonostante tutto, siamo andati avanti, con il sorriso quasi sempre, e abbiamo continuato a immaginare la nostra vita insieme, anche se per quanto non è dato sapere. Abbiamo continuato a fare progetti, progetti importanti, consapevoli del fatto che per noi sarà il triplo più difficile realizzarli rispetto ai nostri coetanei. Abbiamo in mente di trovarci una casetta tutta nostra, e presto cominceremo a cercarla; abbiamo in mente di sposarci, e presto cominceremo a organizzare il matrimonio; abbiamo in mente di diventare genitori, e presto cominceremo a provarci. Tutti sogni ‘normali’, che avevamo in mente già dall’inizio della nostra storia, ma che prima spaventavano un po’, forse per la giovane età, forse per la paura di non essere all’altezza, forse perché non avevamo la certezza che saremmo stati noi due, per sempre.
Ora di paure non ne ho più: sì, quella di non essere all’altezza è una costante della mia vita, ma poi mi rendo conto che, buttandomi, sono capace di fare tutto. Forse è il momento giusto per cambiare la mia vita, una volta ancora. Mantenendo però come costante te, calamita capace di scombussolare la mia vita e al tempo stesso, Nord che orienta il mio cammino.
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