Lasciate che vi racconti una storia.
Ieri a Milano e dintorni era una giornata davvero uggiosa, pioggia e vento, fuori e dentro. Un freddo che nemmeno a dicembre. Teo stranamente era su di morale, fino a ieri sera, poco prima di andare a letto.
“Che c’è?”.
“Sono agitato”.
“Nooo, come mai?”.
“Pensieri brutti”.
Maltempo, fuori e dentro, dicevo.
Stamattina, come sempre, mi sono svegliata di buon’ora, ho fatto colazione, ho lavato i piatti e rassettato la cucina, la mia routine di meditazione prima di cominciare a lavorare. Lavo i piatti e penso, o meglio non penso. Fuori c’era un bel sole, inaspettatamente. Le previsioni si sono sbagliate stavolta, pensai. Avevo paura di come si sarebbe svegliato Teo, se fossi stata in grado di tirargli su il morale, oggi.
Mentre sono assorta nel lavoro, sento tirar su la tapparella della camera, poi quella del suo studio. Poi, lo sento camminare veloce verso il mio studio: “Ecco che ora mi cazzia perché stavo ascoltando la musica e l’ho svegliato!”, penso tra me e me.
“Ma… ma… ma c’è il sole!”. Dalla porta entra un sorriso a tremila denti, due occhi luminosi come stelle. Poi, mi abbraccia forte e mi bacia.
È comparso il sole anche per me, finalmente.
Sono felice.

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