Foglio a quadretti.
Era questo che mi fregava, il quadretto. Piccolo o grande che fosse, rappresentava sempre una minaccia. Per me, il mio equilibrio mentale e la mia media. Non so voi, ma per me era sempre una nuova sfida, una lotta con il mio cervello a vedere chi era il più forte. Potevo stare lì ore a studiare, capire le formule, fare esercizi, ma poi durante la verifica, il foglio a quadretti mi faceva salire un’ansia che non vi dico. Del resto, mi ripetevo sempre, come un mantra, “La matematica non sarà mai il mio mestiere”, come cantava Venditti in ‘Notte prima degli esami’. E avevo ragione.
Il mio destino era tutto racchiuso in un foglio a righe. Pedissequamente piegato a tre quarti, la parte più piccola riservata alle correzioni in rosso. E per fortuna, ce n’erano sempre poche. Mi piaceva scrivere. Tanto, tantissimo. Ho imparato a leggere all’età di quattro anni, troppo curiosa di sapere cosa si celava oltre il mio naso. Viaggiavo tanto, sempre tra le pagine dei libri e sulle ali della fantasia. Ero l’unica bambina che invece della Barbie, a Babbo Natale chiedeva sempre l’ultima Treccani o l’ultimo libro per bambini uscito. Un po’ sfigatella, penserete voi. Può darsi. Ma questo mi ha aiutata molto a sviluppare un mio stile e un mio bagaglio culturale. Nei temi poi, non ne parliamo. Prolissa fino allo sfinimento, mettevo tutto il mio mondo, tutte le mie conoscenze, tutta me stessa.
Oggi è ancora così, nonostante debba rispettare le battute che mi vengono imposte dall’alto. Tutto quello scrivere, quel leggere mi hanno portato oggi a fare un lavoro che amo. Posso dire che non erano parole scritte a vuoto, con il senno di poi. Scrivo per mestiere, scrivo di ciò che amo, ma scrivo anche per passione. Ed ecco il perché di questo blog. Non voglio certo seguire le mode, aggiungere un’ulteriore voce all’esercito di blogger là fuori, solo usarlo per quello che è: un diario telematico, un’importante vetrina sul web dove dar vita ai miei pensieri, alle mie opinioni e condividerli con voi.
Bianco.
Ancor più delle righe, amo il foglio bianco. Le righe ti imbrigliano, ti incanalano, ti obbligano a seguire dei binari già registrati. Invece, volete mettere la soddisfazione di riempire un foglio bianco? Potete scrivere in obliquo, in verticale, ondulato… potete disegnare, dipingere. O lasciarlo semplicemente in bianco.
Bianco è anche il colore del matrimonio. Il colore dell’abito da sposa, della purezza dei sentimenti, della luce che irradia il volto di due innamorati, quando decidono di scegliersi per sempre. Ho scelto di parlare di sentimenti. Che noia, direte voi… Può darsi, ma è quello di cui so meglio, su cui mi esercito ogni giorno, e che desidero di più. Che desideriamo tutti, alla fine. Anche chi è cinico, chi è scettico e chi ha deciso che non crederà mai più nell’amore. Alla fine, ci si trova tutti lì.
Amo il bianco perché mi dà la sensazione di una nuova vita, di una nuova partenza, di una rinascita. Bianco come un foglio su cui scrivere una vita insieme: non è questo forse il matrimonio?
Brava Trottolino, sono fiero di te.. Ti amo.. Teo
Bravissima, sempre le lacrime agli occhi a leggerti…Vane
Super Franci! Brava! 🙂
Mitica Fra! Un passo alla volta il sogno diventa realtà!
Grazie a tutti! Il vostro supporto e affetto sono fondamentali per me!
Grazie davvero di cuore!
Continuate a seguirmi! 😉
Chapeau! Ti auguro tantissimi fogli in bianco da riempire con bei pensieri.
Grazie Sandra! I fogli bianchi della vita sono quelli più belli da scrivere! un abbraccio
I sentimenti puri, semplici, veri e pure veraci non sono mai noiosi. Danno aria, rinnovano, riempiono il cuore. Ebbrava Francy! Riempi i nostri fogli bianchi con i tuoi post. Mi danno arria, mi rinnovano, mi riempiono il cuore. Appunto! Un abbraccio….
Grazie Lori, sono completamente d’accordo con te. Viva l’Amore, con la A maiuscola! Un bacio a te!