Amore mio grande, sto cercando di andare avanti, sai? È sbagliato? Non so. Non son mai riuscita a vivere nel passato. Oggi in tanti han condiviso la nostra partenza di due anni fa per il Giappone, ma io no, perché tutto quello che abbiamo costruito in questi 18 anni insieme ce l’ho scolpito nel cuore e nella mente. Però non riesco a pensare al futuro: se nomino settembre ho una crisi di panico. Eppure fino a qualche settimana fa ero così carica e piena di progetti. Poi è subentrato l’epilogo cui nessuno pensava e ora ci sono responsabilità cui non ci si può sottrarre. Però questo mi fa star male perché la burocrazia mi sottrae l’entusiasmo e distoglie la mente dai pensieri belli su di te e questo mi dispiace. Cerco di andare avanti, ma tutto mi parla di te: alzo lo sguardo e vedo le tue magliette appese nell’armadio, in bagno ci sono le tue creme, in giardino la…
Tag Of progetti
Wēijī
L’ultima volta che sono stata a Milano è stato 4 mesi fa per un aperitivo su un progetto fichissimo. Poi questa quarantena mi ha portato via tante cose: appena prima del lockdown avevo fatto dei colloqui per un lavoro per cui sarei stata presa, ma con la pandemia l’opportunità è svanita. Ieri sera sono tornata a Milano dopo 4 mesi per un aperitivo su quel progetto fichissimo. Tante cose sono svanite, ma questo progetto no. Durante la pandemia son cresciuti. Io son cresciuta. E a breve le nostre strade si incroceranno. Sono tornata a casa piena di energia, di idee, di vita nuova. Nonostante la vita ci metta del suo a scoraggiarmi, io sono carica. Mi sento bene, mi sento forte. Sicura di me. Ho cominciato dai capelli, ma non è mai solo questione di look, si sa. Ieri Teo mi ha detto: “Non credere a chi ti apprezza e ti stima solo per quello che fai per me. Tu…
Come musica
Avete mai sentito suonare da solo un basso? Note profonde, perforanti, apparentemente senza tonalità. E il violino? Grazioso, per carità, ma stridente. Persino la chitarra da sola perde di fascino. Ma se li unisci tutti insieme, si raggiunge la pienezza, tutto ha più senso. Sabato ho assistito al concerto estivo dell’Ente Filarmonico di Guidizzolo: una raccolta delle colonne sonore più belle di sempre, magistralmente eseguite da un’orchestra sinfonica di 90 elementi, accompagnati da soprano, coro giovanile e coro gospel. In alcuni passaggi ho faticato a trattenere le lacrime: per i ricordi, per le emozioni, per le evocazioni, per la musica nell’insieme. È incredibile come ogni strumento suoni per sé, ma in realtà va a perfezionare la melodia, e in alcune parti suona uno e un istante dopo, quello strumento si fa da parte per lasciare spazio a un altro. Così è nella vita: da soli suoniamo certo, ma la melodia non sarà mai così bella, perfetta ed emozionante come quando…
Giorni, progetti e sogni di nuvola
Io credo nei progetti. Fare progetti aiuta a vivere, a proiettarsi nel futuro senza paura di volare, a ritrovare un senso nelle cose per se stessi e per gli altri. Fare progetti aiuta a diventare qualcuno, come individui ma anche come coppia. Da cosa si capisce se due persone stanno bene insieme o vanno d’accordo? Non dal fatto che a letto fanno scintille né dal fatto che non litigano mai, ma se hanno un progetto di vita in comune: condividere un sogno, un ideale, un’attività aiuta a prendersi cura dell’altro come di se stesso e a vederlo come compagno di vita, di un percorso, non solo come accompagnatore. E si capisce subito se due persone sono uscite da una crisi perché ricominciano a guardarsi negli occhi, a prendersi per mano e a sognare ad occhi aperti. Ricominciano a fare progetti. Proprio in questa settimana, Teo ha ripreso in mano il suo progetto di lavoro, a cui sta lavorando con passione…
Mario e la forza della normalità
Ho gli occhi colmi di lacrime. E non so nemmeno perché. Dicono che capiti quando ci si immedesima nella storia di un altro, al punto tale da finire in empatia, anche se non lo si ha mai conosciuto dal vivo. A me è capitato oggi. Sfogliando l’ultimo numero di Vanity Fair, mi sono imbattuta nelle pagine che celebravano la breve esistenza di Piermario Morosini, il giovane centrocampista del Livorno, morto a 26 anni sabato scorso su un campo di calcio. Di lui si sapeva poco prima di questa triste vicenda, ma la morte in diretta lo hanno trasformato in una celebrità: di lui ora si sa tutto, vita, morte e miracoli. Materiale di lavoro per le riviste, pane per i talk show. Tutti ora conosciamo le disgrazie che in poco più di dieci anni lo hanno fatto diventare un uomo: la morte dei genitori, il suicidio del fratello disabile e l’occuparsi della sorella, anch’essa disabile. Troppo il dolore per una…