A me nell’ultimo periodo capita di svegliarmi presto, ma di non aver nessuna voglia di alzarmi per non sentire le brutte notizie del mondo là fuori. Così rimango nel letto a rigirarmi, a occhi aperti, in cerca di un buon motivo per farlo, di un pensiero felice, e spesso fatico a trovarlo in tempi come questi. Ma oggi è stato facile: oggi ho pensato a quando chiamerò il mio papà per fargli gli auguri, e a quando lo riabbraccerò – e sarà forte – e a quando staremo di nuovo tutti insieme. E festeggeremo e sarà bellissimo. Dopo ti chiamo, papà, per raccontarti il mio sogno semplice. Intanto, auguri papà, ti voglio un mondo di bene.…
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Una fiaba diventata realtà
“Nessun non ce la farai vale quanto un non mollare”. Cranio randagio “Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia”, così diceva Erasmo da Rotterdam anni e anni fa. Fino a un po’ di tempo fa, l’avrei ritenuta una cazzata: io, così inquadrata, precisa, con i miei desideri tutti lì, in fila da realizzare. Avevo dei programmi, che sono stati tutti mandati all’aria dal suo arrivo. Un uragano, un tornado di vita, nonostante le condizioni precarie della sua salute. È arrivato e ha spazzato via ogni mia certezza, lasciandomi nuda in mezzo alla tempesta. Aveva un obiettivo e un piano tutto sconclusionato per perseguirlo. Tutto sconclusionato pareva a me, che vivevo di regole e percorsi già predefiniti. “Voglio scrivere un libro, diventerò uno scrittore”. Chi?, pensavo io. Ma non osavo dirglielo. Come poteva mai sperarci in un Paese dove se non hai conoscenze non arrivi da nessuna parte, non dico in Paradiso, ma nemmeno…
Un bacio al sapore di mango e albicocca
Avete mai provato a raccontare un sogno? Non si è mai precisi, si tende a brancolare nei meandri della mente alla ricerca dei dettagli per renderlo più verosimile, un po’ ci si imbarazza perché ci si rende conto che quello che si sta raccontando è folle, senza un apparente senso, ma dentro c’è tutto di noi, il nostro inconscio, i nostri desideri. Bene, ieri sera ho provato a raccontare un sogno, ma non di quelli che si fanno di notte: il sogno della mia vita, che è poi diventato il mio mestiere, che è poi quello che state leggendo, vivendo insieme a me. Scrivere. Per vivere. Ma soprattutto vivere per scrivere. Davanti a una platea non numerosissima, ma comunque folta, in una serata organizzata da una ragazza come me, ex compagna di studi, mi sono trovata, accanto ad altri due ragazzi in gamba e con tanta voglia di fare, a raccontare di come mi sia reinventata dal punto di vista…
Sognando Vanity
E poi succede che in un giorno in cui non hai molto da fare perché il lavoro da precario viene e va, decidi di proporre un blog a Style.it, uno dei siti più importanti in Italia, perché ti piace scrivere a prescindere, che sia per lavoro o meno. E succede che te lo approvino e quindi inizi a pubblicare pensieri a casaccio, così come vengono, così come erano i blog in principio, pagine di riflessioni sparse di un diario digitale. Poi, nel tempo, il lavoro aumenta – oltre ad andare, ogni tanto viene – ma nonostante questo, senti che il blog non va abbandonato, anzi va curato settimana per settimana, proprio come un figlio. Anzi, senti che aprirne un secondo, sempre su Style, è la strada giusta, uno sul pensiero positivo e sull’ottimismo, che non se ne ha mai abbastanza. Dedichi anche all’ultimo nato tutte le tue energie, lo segui, lo vedi crescere, insieme al suo fratellino più anziano. Iniziano…
Stay angry, stay choosy
Questa settimana abbiamo imparato una parola inglese nuova: choosy, ovvero schizzinoso. Lo schizzinoso è di solito colui a cui non piace nulla, a cui fa schifo tutto, che non si accontenta mai, un po’ pretenzioso e lamentoso. Io da piccola ero schizzinosa all’ennesima potenza. Non mangiavo mai due cose nello stesso piatto, oppure non volevo che mi venisse servito il secondo se il piatto era sporco di sugo o altro. Ricordo che quando mia madre cambiava il pannolone a mia sorella, mi ripromettevo ogni volta che io mai e poi mai da grande lo avrei fatto. Lo stesso pensavo quando vedevo sempre mia madre lavare e cambiare mio nonno allettato. Poi crescendo, la trasformazione è stata lenta e graduale ma significativa: poco a poco, dovendomi prendere cura io della mia sorellina e merito sicuramente anche dell’inevitabile processo di maturazione, ho perso alcune delle mie fastidiose abitudini e ho cambiato idea riguardo a certe situazioni, ragionando che se la vita ti…
Il mio sogno più grande
Settimana scorsa ho toccato il cielo con un dito. Sono stata in paradiso. Niente Hawaii, Bora Bora o simili, mi sono solo trasferita 5 km più in là rispetto a casa mia, a casa del mio moroso. Approfittando dell’assenza dei miei suoceri, in vacanza sulla riviera romagnola, abbiamo fatto le prove tecniche di convivenza in vista di un eventuale futuro a due e… Ed è stato dannoso, deleterio, perchè è stato troppo bello. Ora non riesco a pensare ad altro, non riesco più a farne a meno, come un drogato in crisi d’astinenza. Sapevo già che lui è speciale, ma non fino a questo punto: un uomo che si alza solo per farvi la colazione, che cucina per voi la sera, che vi prepara l’aperitivo, che vi spina il pesce, pur di farvelo mangiare, che vi prepara la schiscetta al mattino… voi come lo definireste? Tutte queste attenzioni, questi piccoli gesti d’amore mi facevano venir voglia di lavare i piatti,…
Desperate anch’io
Sono distrutta. Anzi, disperata. Doppiamente disperata. Desperate Housewives, una delle mie serie tv preferite, è finita. L’ultima puntata è andata in onda mercoledì scorso e il finale è stato non deludente, di più. Ecco la ragione della mia disperazione al quadrato. Dopo Sex & The City e le quattro amiche superfashion sessopatiche di New York, ora mi abbandona anche il quartetto di casalinghe di Wisteria Lane. E le mie serate non hanno più senso di esistere. Dopo di loro, il diluvio: non mi sono più affezionata a nessuna serie, anche perché non ho più avuto il tempo di stare incollata alla tv la sera (ma questo è un altro discorso). Io sono una superfan accanita dei misteri di Wisteria Lane: ho iniziato a seguire le vicende di questo ‘tranquillo’ sobborgo di non si sa di quale città americana proprio otto anni fa, quando lo trasmettevano su Rai2. Non mi perdevo una puntata e se la perdevo, la registravo (ai tempi…