Quando scrivo d’amore, di matrimonio, ma anche di sesso, insomma di tutto quello che ruota intorno alla coppia, ai sentimenti e ai rapporti interpersonali, mi sento particolarmente ispirata e do sempre il meglio di me. Come è successo per un pezzo pubblicato in settimana sul sito di Vanity Fair, dove parlavo delle cose folli che si fanno quando si è innamorati (qui dove poterlo leggere): in poche ore ha raggiunto numeri da capogiro, con migliaia di visualizzazioni e condivisioni sui social network. Perché c’è ancora voglia di innamorarsi e tutti bene o male, qualcosa di goffo, sdolcinato, folle, buffo, tenero l’abbiamo fatto per chi amiamo. Così ho pensato: “Perché non chiedere ai miei lettori di raccontarmi qualche follia fatta per amore?”. Ecco le risposte: c’è chi si è incatenato, chi ha appeso striscioni, chi ha compiuto viaggi in condizioni estreme, chi si è trasferito…
Perché è “l’amor che move il sole e l’altre stelle” e se lo diceva anche il Sommo Poeta, c’è da credergli. Ok, forse poi il nostro gesto può non andare a buon fine, poi magari non si tornerà insieme o ci si lascerà poco dopo, ma come disse il saggio Prof. Martinelli interpretato da Giorgio Faletti in “Notte prima degli esami”: “L’importante non è quello che trovi alla fine di una corsa: l’importante è quello che provi mentre corri”.
“Tredici anni fa conobbi un uomo meraviglioso, ma non fu subito così evidente ai miei occhi… Stavo attraversando un periodo molto burrascoso, il mio ex mi aveva lasciata e io, a distanza di un anno, non ero ancora riuscita a dimenticarlo. Un giorno nel negozio che gestivo all’epoca, entró un bell’uomo che, stranamente, attirò la mia attenzione. Fino ad allora, non vedevo nemmeno Raul Bova, se mi fosse passato accanto. Ci conoscemmo e lui s’innamoró subito, io no. Lo frequentavo, facevamo l’amore, uscivamo insieme, ma non volevo proprio impegnarmi. Un giorno, dopo che andavo, venivo, mollavo e riapparivo, lui mi disse con gli occhi lucidi, che avrebbe tanto voluto mi fermassi per restare. Poi non lo vidi più per un mese, lui non voleva più uscire con me… E fu proprio in quel momento che mi accorsi di pensarlo ogni ora, che mi mancava da morire e capii che volevo stare con lui. Così andai sotto casa sua, m’incatenai una caviglia alla sua Mercedes e aspettai che uscisse per andare a lavoro. Quando aprì la porta di casa, bello come il sole, con il suo completo blu e la cravatta azzurra, come i suoi occhi, mi chiese cosa stessi facendo. Io risposi: quello che desidero è fermarmi, mettere radici, quelle che non ho mai avuto, nemmeno da bambina. Se lo vuoi ancora, da questo istante, incateno il mio cuore al tuo, prendimi per mano e portami con te. Ci siamo abbracciati forte, baciati con una passione che ancora ricordo. Oggi siamo marito e moglie, e scegliamo di “sceglierci” ogni giorno”. Moira
“Feci due follie per amore: la prima risale a quando andavo alle superiori ed ero insieme a una ragazza del mio paese. Un San Valentino faccio uno striscione con scritto “Valeria ti amo” e lo appendo a un albero, davanti alla sua scuola, aspettandola all’uscita con un mazzolino di fiori di campo in mano. Sullo striscione c’era disegnata anche una coccinella perché la nostra canzone era quella dei Sottotono, che s’intitola “La mia coccinella”. Il secondo episodio è di quando ero insieme a una ragazza di Firenze, quindi pendolare quasi settimanale. Per due fine settimana non potevamo vederci. Non riuscendo a resistere, mi organizzo con la sorella per farle una sorpresa. Il secondo venerdì sua sorella viene a prendermi in stazione, quando arrivo a casa sua è volutamente a casa sola, per fare in modo che esca lei ad aprirmi. Suono, dicendo che sono il postino e quando scende, mi trova con una rosa rossa in mano”. Edwin16
“La mia è stata una pazzia “normale”, forse per qualcuno, ma ogni volta che mi dico “Cosa cavolo ci faccio qui?”, mi ricordo che l’ho fatto per Marco. Io e lui fidanzati, 90 km di distanza, quattro anni con la borsa sempre pronta per il week end a casa di uno o dell’altro, casa dei genitori eh. Finalmente ci decidiamo e nell’estate 2012 andiamo a vivere insieme, anche per evitare il trasloco l’anno successivo quando ci saremmo sposati. Presi dall’entusiasmo ci lasciamo affascinare da questo appartamento minuscolo, in questo comune che a guardare i km è esattamente a metà strada da dove lavora lui e da dove vengo io, la mia Desenzano, luogo da me immensamente amato. L’affitto è pure basso e lo prendiamo come un segno del destino. Ci trasferiamo e poi capisco: per forza l’affitto è basso, il posto è orribile! Un paese che sembra di cinquant’anni fa, con UNA cartoleria, il bar dei veci, quello dei giovani, UN calzolaio, UN bottegaio. Orari davvero da anni Cinquanta, che se alle 14 mi serve la farina devo aspettare due ore e mezza che il bottegaio apra. E a me lo cosa pesa perché in casa ci sto davvero tanto visto che ci lavoro pure. Non c’è una piazza, non ci sono negozi, non c’è un parco. La TRISTEZZA. Avete presente quella vecchia pubblicità della Costa Crociere, quella che tornavano e piangevano pensando a com’era tutto più bello, sereno, felice, colorato quando erano in nave? Io ho smesso di piangere, ma sto così ogni volta che esco dal portone in pratica! Aaaaah, w il lago!”. Valeria
“Era il nostro primo San Valentino: sapevamo che non ci saremmo visti quel giorno, ma lui ha comunque voluto augurarmi il buongiorno con uno striscione super romantico. E tra qualche mese ci sposiamo!”. Silvia
“Mi piaceva una ragazzina di ricca famiglia, aveva la casa a Cervinia. Mi disse: “Dimostrami che ti interesso, raggiungimi a Cervinia”. Non me lo feci dire due volte: a 16 anni in vespino partii per la città valdostana per un viaggio che durò 5/6 ore. Non ero ricco, perciò dormi in tenda al freddo: non provai mai più così freddo in vita mia! Era il 1 ottobre 1978”. Francesco
“Lei mi aveva scritto un messaggio alle 4.30 del mattino, dicendomi che doveva parlarmi. Presi il primo treno per Novara, sotto il diluvio ho aspettato il pullman che mi portò a Lumellogno, dove vive lei, per essere alle nove sotto casa sua. Abbiamo parlato, sempre sotto al diluvio, ma è servito: oggi siamo tornati insieme!”. Davide
“Che emozione! Era il mio compleanno: arrivo al lavoro, parcheggio e sul cancellone d’ingresso trovo uno striscione con scritto “Buon compleanno piccolina!”. Mi sono sciolta… Ho mandato subito un sms a quello che poi sarebbe diventato mio marito, ringraziandolo e chiedendogli se fosse stato davvero lui a farmi una sorpresa così tenera… Vabbe’, gli auguri non erano per me e il fidanzato romanticone non era il mio, ma quando ci ripenso, mi emoziono ancora per quei brevi secondi nei quali mi sono immaginata fosse tutto per me!”. Serena
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