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febbraio 6, 2015

Stop! Dimentica

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Ieri nevicava, a fiocchi grossi, veloci ma leggeri. Cadeva dal cielo come una benedizione per me. Perché ne avevo tremendamente bisogno: bisogno di quella leggerezza, di quel candore, di quella lentezza. Perché la neve ti obbliga a prenderti i tuoi tempi, a riordinare i pensieri, a guardarti dentro.

Solo l’altra sera è finita una storia importante per me. Ed è finita come non avrei mai voluto: in mezzo al silenzio, tra la totale indifferenza. Io che sognavo di invecchiarci insieme, mi trovo a essere messa alla porta come l’ultima degli stronzi. E non posso recriminarmi nulla: nonostante le prime avvisaglie che tra noi non poteva funzionare, nonostante le esigue dimostrazioni che a me ci teneva, nonostante essere stata trattata come una povera pezzente, ho provato ad andare avanti, a dialogare, a collaborare affinché la storia potesse continuare. Ma si sa, l’amore non è mai a senso unico e “chi meno ama è più forte, si sa”.

Già, ma chi l’avrebbe mai detto? Voglio dire, dopo anni a dare tutto per un ideale, per dei valori, per tenerci uniti, per fare sentire l’altro come se si fosse in una vera famiglia, a lottare come una tigre se qualcuno minava gli equilibri, a fare di tutto perché potesse continuare a esistere una stupenda realtà – la più invidiata da tutti -, oggi pensavo di meritarmi almeno un “Perché lo fai? Non te ne andare, grazie per tutto quello che hai fatto!”. E invece, ciao, arrivederci, me ne devo trovare subito un’altra, tanto eri un numero, una vale l’altra, no?

Io non so come si gestisca una storia finita, ma credo che se uno ci tiene e vede l’altro in difficoltà e allontanarsi sempre di più, un tentativo per capire cosa sta succedendo ed eventualmente riportarlo indietro, uno lo fa. E invece. Sono sempre le aspettative a fotterci. Le aspettative, insieme all’indifferenza, al silenzio: oh, quello sì che squarcia più di una lama affilata. E hai voglia a dire che uno si prende i suoi tempi per elaborare e poi eventualmente agire: se uno non agisce subito, non agisce mai.

Eh insomma, adesso me ne sto qui, con il mio piccolo cuore malandato, a chiedermi se mai cambieranno le cose, se mai torneranno a essere com’erano prima, se mai tornerò ad amare così. Non ho risposte, ieri solo lacrime. Oggi già è spuntato un mezzo sorriso. So che si deve andare avanti, il tempo guarirà le ferite. Io intanto guardo la pioggia lavare via il dolore e portarsi via la neve, anche dal cuore.

Alla radio passa il buon Titti: “Di sere nere che non c’è tempo, non c’è spazio e mai nessuno capirà. Puoi rimanere perché fa male male male da morire senza te”: Titti hai ragione tu, ma cantavi anche: “Stop! Dimentica, questo silenzio non vale neanche una parola né una sola e quindi… stop! Dimentica perché tutto il resto andrà da sé”. Me lo segno, va.

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by Francesca Favotto | no comment
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Chi sono

"...Non è Francesca", recita la canzone di Battisti. E invece sì, son proprio io.
Nasco a metà degli anni Ottanta, la settimana in cui i Dire Straits dominavano le classifiche mondiali con il loro successo ‘Money for nothing’, sotto il segno della Bilancia, ascendente Leone. Determinata e tenace, innamorata della vita e del bello, appassionata di musica fino al midollo (grazie ai Dire Straits nel mio trigono), sin da piccola preferisco i temi di italiano alle equazioni di algebra, inclinazione che mi porta a intraprendere studi a carattere umanistico. Linguista per necessità, ma giornalista per passione, ben presto scopro quant’è bello e divertente girare come una trottola in cerca di notizie. La serie tv ‘Sex and the city’ dà il colpo di grazia al mio destino: la vita di Carrie Bradshaw è troppo bella per non provare a realizzarla!

Un’insana passione per lo shopping unita alla curiosità per il fashion biz mi aiutano quindi a ‘masterizzarmi’ in Giornalismo di Moda, titolo che mi apre la strada in un settore pieno di sogni e di amore: quello del matrimonio! Fidanzata da quindici anni, cerco di apprendere più nozioni possibili sull’argomento, applicandole nella vita a due. A un rimpianto preferisco un rimorso, a un muso lungo un sorriso, al bicchiere mezzo vuoto sempre quello mezzo pieno, a una vita senza sogni per paura di non riuscire ad avverarli, ne preferisco una piena di cicatrici e sudore nel tentativo di esaudirli. Sognavo la vita di Carrie… e intanto non mi accorgevo che la mia è pure meglio.

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