“Sono le persone a fare i luoghi”, così recitava più o meno un vecchio adagio, o giù di lì. Mi son sempre chiesta che cosa volesse dire davvero e ne ho compreso il significato vero e proprio solo con l’ultimo viaggio. Diciamo che la trasferta partiva già avvantaggiata in partenza: per lavoro ho volato fino a Grenada, una piccola isola nel Mar dei Caraibi, forse l’ultima, prima che la terra non tocchi di nuovo il continente in Venezuela. Qui sono stata ospite del Sandals La Source, un resort cinque stelle lusso studiato appositamente per coppie, per lune di miele e per express wedding molto intimi o con relativamente pochi invitati. Un luogo da sogno, in riva al mare, dove l’acqua è cristallina, le spiagge sono candide, il sole è di un bianco abbacinante e la luce è più luminosa, con quella brezza calda che ti accarezza costantemente. Un luogo, quindi, già incantevole di per sé, reso ancora più speciale da questa struttura senza pari, non dispersiva né incasinata come un villaggio turistico, ma nemmeno così piccola da risultare claustrofobica: insomma, della misura giusta per innamorati di ogni età.
Già in programma a dicembre come trasferta, ai tempi sarei dovuta partire da sola, ma poi saltò per problemi organizzativi, questa volta mi è stata riproposta e con la possibilità di partire accoppiata e non mi sono lasciata sfuggire l’occasione: emozionati e grati per questa opportunità, io e il mio fidanzato ci siamo ‘prestati’ volentieri per testare un’eventuale luna di miele. A parte l’accoglienza calorosa riservata a me e alle mie colleghe, ci hanno dato la possibilità di pernottare in una suite California style con tanto di maggiordomo alle nostre dipendenze: dei ragazzi simpaticissimi che si alternavano e a turno ci preparavano il bagno caldo, ci portavano la colazione in camera e ci coccolavano un pochino.
A parte questo lusso concessoci cui evidentemente non eravamo abituati (con noi sono rimasti disoccupati la maggior parte del tempo!), mi sono proprio resa conto di che grave perdita avrei subito se avessi fatto quest’esperienza da sola. Al di là dell’atmosfera che si respirava, da puro “Love is in the air”, non me la sarei goduta appieno come invece ho fatto, avrei sempre avvertito la sensazione come di un pezzo di cuore mancante, lasciato a casa e che invece avrei voluto lì con me. Perché come diceva Alex Supertramp “la felicità è reale solo quando condivisa” e quindi, questa cosa bella, immensa, che mi è capitata avevo proprio voglia di farla con lui.
Ero davvero felice, e non solo per il viaggio in sé: ero felice perché un po’ pensavo di non meritarmela, un po’ perché sì, invece, con tutta la fatica che ci ho messo per arrivare fin qua; perché là la mattina mi svegliavo senza pensieri; perché ho superato alcune mie paure, spingendomi più in là dei miei limiti, come nuotare in mare aperto o stare sospesi per aria per così tanto tempo; perché mi sentivo fortunata, a fare un lavoro che amo e che mi consente di scoprire sempre posti, persone e cose nuove. Ma soprattutto, ero felice perché con me c’era la persona che amo: che forse non sono tanto i luoghi a essere speciali, quanto le persone che ci abitano, che ci sono, che sono lì con te, a renderli tali.

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