Cosa state aspettando per essere felici? Che si crei la condizione perfetta, che passi la paura di sbagliare, che la benedetta felicità arrivi da sola? Allora non sarete felici mai.
Oggi una coppia mi stava raccontando che è riuscita a prender casa: una casa bella, un vero affare. Ma lui ha paura. Per la pandemia, per i soldi che scarseggeranno, per il lavoro che vacilla. Questa paura preventiva, di qualcosa che non si sa se si avvererà, gli sta impedendo però di gustarsi la gioia momentanea.
E ne vale la pena? Ha senso perdersi la felicità del qui e ora, pensando a quanto avremmo potuto essere ancora più felici? No, perché così non saremo felici mai. Non esiste condizione migliore di adesso per essere felici.
Oggi per lavoro ho intervistato Lara Lucaccioni che mi raccontava che siamo costantemente proiettati in un futuro d’ansia, tanto che ci siamo scordati come si fa a essere felici. Mentre Max Ulivieri, che aveva tutte le carte in regola per essere infelice in questa vita, ha riso in faccia al destino e si è fatto una famiglia sua, a dispetto di chi sosteneva il contrario.
Così anche io e Teo: sulla carta siamo la summa della sfiga, mentre i nostri coetanei vanno in ospedale per far figli, noi ci andiamo per fare consulti oncologici. La vita ci vorrebbe per definizione tristi e derelitti, ma la verità è che abbiamo scelto di fottercene degli schemi preconfezionati. In condizioni disastrose, abbiamo fatto il giro d’Italia, il giro del mondo, siamo andati a convivere, abbiamo adottato due cani e se ci dice bene, chissà mai che non riusciremo fare anche un bambino.
Paura del domani? Ogni sera ci addormentiamo senza sapere se oggi è stato il nostro ultimo giorno migliore. Ma ogni giorno ci svegliamo grati di avere davanti ancora 24 ore per fare miracoli. O per sbagliare.
Ed è questa consapevolezza – di essere vivi – che ci fa capire che non serve nient’altro per essere felici.
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