Ogni due settimane si aggiunge un tassello alla libertà. È sempre più possibile andare ovunque, con chiunque. Ma io mi sto accontentando di vedere gite, luoghi e aperitivi solo in fotografia. E mi sa che lo farò ancora per un po’.
Un po’ sono invidiosa, lo ammetto, mi manca l’uscire spesso di prima, ma là fuori non è ancora un posto sicuro e per Teo è sempre più faticoso farlo.
“Se vuoi puoi uscire, come tutti gli altri”, mi ha detto l’altro giorno. “Voglio uscire, ma ancor più voglio il tuo bene”, gli ho risposto. Così resto a casa e cerco di trovare un senso a questa situazione, come cantava un rocker qualche anno fa.
Forse è passare bene questo tempo insieme, questo tempo che avrei passato altrove in un’altra condizione, questo tempo che non tornerà. Forse non è un caso che mi abbia “costretto” a casa, io che ero sempre in giro. Forse non è a caso che proprio adesso abbia capito ancora di più quanto sia prezioso tutto ciò che è racchiuso in un noi. E che abbia capito di chi o cosa posso fare tranquillamente a meno.
Forse non tutto deve avere un senso. Ma senza trovare un senso a tutto non riesco a vivere. Perché è proprio questo vivere negli abissi che mi dà la spinta di tornare in superficie. A respirare.
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